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De Guindos (BCE): "Ci sarà aumento degli NPL, ma non acuto come temevamo"

Per il vicepresidente della BCE "prolungare troppo le misure emergenziali porta rischi di azzardo morale ma anche di una zombificazione di parti dell'economia europea"

Finanza
De Guindos (BCE): "Ci sarà aumento degli NPL, ma non acuto come temevamo"
(Teleborsa) - "C'è sempre un ritardo tra l'evoluzione dell'economia e quella degli NPL. Ma penso sia molto importante dire che i rischi che avevamo previsto all'inizio della crisi non si sono materializzati. Certo, ci sarà un aumento degli NPL nella seconda metà dell'anno, ma non sarà acuto come temevamo". Ad affermarlo, in un'intervista a Repubblica, è Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, sottolineando che aiuti finanziari e moratorie sui debiti devono essere ritirati gradualmente e con molta cautela. "All'inizio della crisi, uno dei timori principali era la possibilità che alla crisi seguisse un'ondata di insolvenze, principalmente nel settore turistico o dei servizi in generale - ha spiegato - Perciò è stato importante che alcuni Paesi, comprese l'Italia e la Spagna, abbiano garantito aiuti finanziari dall’inizio ai settori più colpiti e si siano decise moratorie sui debiti. È stato anche importante per scongiurare il circolo vizioso tra debiti aziendali, bancari e pubblici".

Riguardo al nervosismo sui mercati e ai timori che l'inflazione possa aumentare negli Stati Uniti e contagiare l'Europa, De Guindos dice che "la ripresa negli USA è cominciata prima e ha avuto l'effetto di un aumento dei rendimenti nominali sui titoli di Stato. È la normale conseguenza del processo di normalizzazione che cominciamo a vedere. La vaccinazione negli USA è stata molto rapida e il loro stimolo fiscale molto ambizioso. E i mercati si aspettano che con la ripresa aumenti anche l'inflazione. Ciò crea pressione sui rendimenti.
Ma di recente abbiamo cercato, con le nostre decisioni, di eliminare quell'effetto. E ci siamo riusciti: da marzo i rendimenti sui titoli europei sono molto tranquilli. I mercati hanno capito che gli USA sono in un ciclo più avanzato della ripresa. E anche che quelle tensioni sui rendimenti non erano giustificati dei fondamentali dell’economia".



Il vicepresidente della BCE non si dice però spaventato da possibili pressioni sulla banca centrale del Vecchio Continente derivanti dalle decisioni della FED. "È chiaro che la normalizzazione della politica monetaria deve andare in parallelo con quella dell'economia. Con la fine della pandemia, quando l'economia comincerà a normalizzarsi, è chiaro che anche la politica monetaria dovrà iniziare a normalizzarsi. Un programma di emergenza come il PEPP è per definizione un programma temporaneo, ed è progettato per affrontare le conseguenze economiche della pandemia. Ma è chiaro che l'eventuale ritiro di queste misure straordinarie dovrà andare di pari passo con l'evoluzione dell’economia, su questo dobbiamo essere estremamente attenti. Qualsiasi accelerazione correrebbe il rischio di strangolare la ripresa. D'altro canto, prolungare troppo le misure emergenziali porta rischi di azzardo morale ma anche di una zombificazione di parti dell'economia europea. Abbiamo bisogno di un approccio equilibrato".

De Guiondos, oltre a sottolineare di aspettarsi una "seconda metà dell'anno molto positiva" e spendere parole positive su Mario Draghi e le opportunità del Recovery plan, ribadisce l'impraticabilità del taglio del debito post-pandemia: "Non è una soluzione. Sarebbe non soltanto una violazione del Trattato, e dunque inaccettabile per la BCE, ma anche un errore economico". "D'un lato, se il debito venisse cancellato le banche centrali nazionali sarebbero costrette a usare i loro profitti per coprire quei buchi invece di pagare dividendi ai governi, come fanno attualmente alla fine di ogni anno - ha spiegato - Inoltre, ed è ancora più importante, una decisione di questo genere metterebbe a rischio la credibilità della banca centrale e danneggerebbe l'efficacia delle nostre decisioni".
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