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Pensioni, i sindacati hanno chiesto di riaprire subito il confronto sulla riforma

Piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, chiesto un incontro al ministro Orlando sul tema: no al ritorno al sistema Fornero dopo lo stop di Quota 100.

Economia
Pensioni, i sindacati hanno chiesto di riaprire subito il confronto sulla riforma
(Teleborsa) - I sindacati hanno chiesto di riaprire subito il cantiere della riforma sulle pensione, prima dello stop a Quota 100 previsto a fine anno e definendo nuova flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. Chiesto quindi l'avvio di un confronto con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, mentre restano in attesa di una convocazione dal presidente del Consiglio Mario Draghi sul PNRR.

I sindacati temono il cosiddetto "scalone", così Cgil, Cisl e Uil hanno rilanciato la piattaforma unitaria e hanno chiesto di superare la legge Fornero a partire dal 2022, di introdurre una flessibilità in uscita dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall'età, di riconoscere la diversa gravosità dei lavori e anche il lavoro di cura delle donne – le maggiori vittime dell'inasprimento dei requisiti pensionistici degli ultimi anni – di prevedere una pensione di garanzia per i giovani, di sostenere il reddito dei pensionati ed estendere la 14esima e di rilanciare la previdenza complementare.

Una riforma delle pensioni che superi il sistema Fornero ormai "non è più rinviabile", ha affermato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenendo al webinar "Previdenza. Cambiare le pensioni" organizzato da Cgil-Cisl-Uil per questa mattina. "Ormai mi sembra chiaro che più che una riforma fu un taglio chiesto allora dall'Europa e la cosa più immediata fu intervenire sulle pensioni", ha aggiunto. "Da questo punto di vista – ha proseguito – lo stesso intervento di Quota 100 che aveva permesso ad alcuni lavoratori di uscire, non è stato un intervento di riforma". Per tali ragioni il segretario generale Cgil ha chiesto di "collocare una vera riforma del sistema pensionistico dentro un'idea di superamento della precarietà nel lavoro", in un momento in cui c'è anche "la possibilità di investimenti". "Questo tema di un lavoro non precario ma stabile, di combattere lavoro nero ed evasione contributivo, non sono cose scollegate dalla riforma delle pensioni", ha sottolineato Landini.

"Pensare che dopo la fine di quota 100 sia possibile tornare senza colpo ferire al modello Monti-Fornero, con un salto anagrafico che per molti sarebbe di cinque anni, significa non essere sintonizzati con la vita reale delle persone", ha invece affermato il segretario della Cisl, Luigi Sbarra. "Secondo noi – ha aggiunto – occorre invece ragionare subito di una flessibilità dell'accesso della pensione a partire da 62 anni di età, un traguardo assolutamente sostenibile sotto il profilo finanziario".

il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha invece ribadito che non separare previdenza da assistenza è un "grossolano errore". "La riforma Fornero partiva dal principio di una sostenibilità economica che non guardava in faccia e non guardava i fatti concreti, le diverse esigenze e valutazioni.La Fornero ha trattato tutto allo stesso modo: ha trattato sistemi e lavori diversi e li ha considerati tutti sullo stesso piano. Ed è stato l'errore drammatico che abbiamo pagato in questi anni", ha affermato il sindacalista.

Va avanti invece il confronto con il Ministero del Lavoro sula riforma degli ammortizzatori sociali, su cui nel pomeriggio è in calendario un nuovo tavolo delle parti sociali con Orlando, questa volta dedicato alle modalità di gestione, dopo che sulla parte relativa al perimetro e alla definizione dello strumento universale di protezione dei lavoratori si cerca una sintesi tra le diverse posizioni.






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