(Teleborsa) - La società di telecomunicazioni statunitense
AT&T è pronta allo
spin-off della propria divisione media, WarnerMedia, con l'obiettivo di fonderla con
Discovery e creare una nuova entità in grado di competere con gli altri colossi dello streaming come
Netflix e
Apple. Le trattative tra le due società valutano la divisione circa
50 miliardi di dollari (debito incluso) e un annuncio ufficiale potrebbe arrivare già nelle prossime ore, o comunque entro la fine della settimana, secondo quanto riporta Bloomberg.
Attraverso WarnerMedia, AT&T possiede brand di successo dell'intrattenimento e dell'informazione statunitense come
CNN, HBO, Cartoon Network, TBS, TNT e i Warner Bros studio. Discovery, che sta tentando di conquistare spazio nel campo dello streaming con la piattaforma Discovery+, controlla invece reti come
HGTV, Food Network, TLC e Animal Planet.
La vendita segnala un sostanziale fallimento degli sforzi di AT&T nel campo dei media e
un'inversione di marcia rispetto ai recenti piani. La società aveva infatti acquistato i brand media per 85 miliardi di dollari meno di tre anni fa. AT&T si concentrerà ora sulle forniture di banda larga e nel campo delle telecomunicazioni, dove è impegnata nello sviluppo dell'
infrastruttura 5G. L'operazione ha una ratio simile a quella che aveva portato
Verizon a
vendere la propria divisione media (che comprende i brand Yahoo e AOL) al fondo di private equity
Apollo Global Management per 5 miliardi di dollari a inizio mese.
Un altro motivo dietro l'operazione è l'
alto livello di indebitamento raggiunto da AT&T, secondo quanto ricostruito da Bloomberg. AT&T è infatti diventata una delle società più indebitate al mondo dopo un gran numero di acquisizioni e dopo una una recente asta per le frequenze USA. AT&T è stata il secondo miglior offerente nella
vendita di frequenze (utili alle future reti 5G) da parte della Federal Communications Commission, impegnando 23 miliardi di dollari. Verizon, il miglior offerente, ha accettato di pagare 45 miliardi di dollari,
T-Mobile, il terzo, oltre 9 miliardi di dollari.