Facebook Pixel
Milano 17:35
34.271,12 -0,27%
Nasdaq 20:38
17.491,95 +0,12%
Dow Jones 20:38
38.453,92 -0,13%
Londra 17:35
8.040,38 -0,06%
Francoforte 17:35
18.088,7 -0,27%

Covid, Confindustria-Cerved: 1,3 milioni di posti di lavoro in meno a fine 2021

Economia
Covid, Confindustria-Cerved: 1,3 milioni di posti di lavoro in meno a fine 2021
(Teleborsa) - I posti di lavoro in meno nelle imprese italiane alla fine del 2021 rispetto a dicembre 2019 potrebbero essere alla fine 1,3 milioni. Una cifra pari all'8,2% del totale dei 16 milioni di occupati nelle imprese prima dell'emergenza, di cui una quota maggioritaria nel settore dei servizi. La stima è del Rapporto Regionale PMI 2021, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Ad essere colpite maggiormente in termini assoluti le aziende nel Nord-Ovest (399 mila addetti, -7,8%), rispetto a Nord-Est (322 mila, -8,2%), mentre in termini relativi, gli effetti sarebbero maggiori nel Mezzogiorno (320 mila, -8,4%) e nel Centro Italia (289 mila, -8,9%). La probabile uscita dal mercato di un numero rilevante di imprese e il ridimensionamento del giro d'affari di molte altre, avranno "inevitabili ripercussioni anche sul livello degli investimenti". Secondo le stime, infatti, le società italiane potrebbero perdere, a causa del Covid, 43 miliardi di euro di capitale nel biennio 2020-2021 (-4,8% rispetto ai circa 900 miliardi complessivi di fine 2019).

La quota di PMI rischiose secondo il rapporto sale al 28% nei settori maggiormente colpiti dal Covid (il doppio rispetto alla media nazionale), con quote pari al 36,5% nel Mezzogiorno, al 29,4% nel Centro, al 26,9% nel Nord-Ovest e al 20% nel Nord-Est. In particolare, la presenza di PMI con un concreto rischio di default nei prossimi dodici mesi supera i due terzi tra le società che organizzano fiere e convegni, con percentuali ovunque superiori al 65%, mentre il 40% dei ristoranti è ad alta probabilità di fallimento (17,3% prima del Covid) ma, in questo caso, con ampi divari tra quelli del Nord-Est e quelli del Mezzogiorno (il 50,9%). Infine, risultano a rischio un terzo degli alberghi, anche in questo caso con evidenti gap tra il Nord-Est (20,7%) e le altre aree, con valori massimi al 46,6% nel Mezzogiorno.
Condividi
```