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Recovery Fund, Ferretti: prima emissione bond UE "data fondamentale"

Vediamo perchè con l'economista e docente della Innovation Academy Trentino

Economia
Recovery Fund, Ferretti: prima emissione bond UE "data fondamentale"
(Teleborsa) - Il 15 giugno la Commissione Europea ha emesso il primo bond per finanziare il "famoso" Recovery Fund che dovrebbe portarci fuori da questa pestilenza. "Sono almeno tre i motivi per i quali questa è una data fondamentale", dice Andrea Ferretti, economista e docente della Innovation Academy Trentino.

"Con questo bond - sottolinea- non è più il singolo Paese che emette debito per finanziarsi, in questo caso è la stessa Commissione europea che reperisce sui mercati le risorse finanziarie necessarie attraverso un proprio bond e le "rigira" ai Paesi membri secondo parametri già prefissati. Ovviamente, il tutto a tassi di interesse particolarmente contenuti, nello specifico 0,06% in quanto i bond della Commissione sono garantiti da tutti i Paesi membri".


Per Ferretti, inoltre, "questa emissione è importante perchè non è in assoluto il primo esempio di debito europeo condiviso, tuttavia in passato abbiamo sempre assistito ad emissioni - spot di importi irrisori. Oggi con questo bond da 20 miliardi a 10 anni siamo solo all' inizio di una serie programmata di emissioni per 800 miliardi al ritmo di 150 miliardi l'anno da qui al 2026. Il punto fondamentale è poi che con questa serie di emissioni si è indebolita la "diga" eretta dai popoli del Nord contro qualsiasi forma di condivisione del debito con i Paesi mediterranei. E' certamente vero che questa crepa nella diga dipende dall'emergenza sanitaria, ma è possibile che nel 2023 quando rimetteremo mano al Patto di Stabilità ormai anacronistico alcune forme di debito condiviso possano essere confermate o addirittura rafforzate".

Il terzo motivo ci riguarda da vicino: l'avvio di questo programma di emissioni è importante soprattutto per l'Italia visto che noi saremo i primi beneficiari del Recovery Fund in termini di importo. Su un totale di oltre 800 miliardi, all'Italia ne spetteranno oltre 200, di cui 127 di prestiti e oltre 80 di sovvenzioni a fondo perduto, dunque, da non restituire. Noi saremo i principali beneficiari anche in termini di risparmio sugli interessi sul debito. A tal proposito, basta ricordare che se l'Italia - per ipotesi - avesse collocato direttamente i 20 miliardi del bond al posto della Commissione avrebbe dovuto offrire ai sottoscrittori un tasso di interesse 9 volte superiore a quello pagato dalla Commissione stessa".



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