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Idrogeno verde, ENEA: al via progetto Ue da 4 milioni di euro per prossima generazione di rinnovabili

Economia, Energia
Idrogeno verde, ENEA: al via progetto Ue da 4 milioni di euro per prossima generazione di rinnovabili
(Teleborsa) - Produrre idrogeno verde da biomasse e rifiuti e contemporaneamente catturare la CO2 emessa per la sua valorizzazione energetica. È uno degli obiettivi del progetto europeo GICO a guida italiana, con l’Università Guglielmo Marconi nel ruolo di coordinatore ed ENEA tra i partner scientifici. Finanziato dal programma Horizon 2020 con circa 4 milioni di euro, il progetto svilupperà la prossima generazione di tecnologie per le energie rinnovabili che formeranno la ‘spina dorsale’ del sistema energetico al 2030 e al 2050.

Il team ENEA parteciperà al progetto GICO occupandosi delle attività sperimentali per la produzione di idrogeno verde da gassificazione di biomasse, con cattura di CO2 mediante sorbenti solidi. Saranno sviluppati impianti a biomasse residue di piccola e media taglia (500 - 5.000 kWe) che utilizzeranno da 2 a 20 tonnellate di scarti al giorno disponibili a livello locale, secondo un approccio di utilizzo sostenibile e circolare delle risorse. “In questo modo, riusciremo a convertire in risorsa energetica quello che altrimenti sarebbe uno scarto, quando non un rifiuto da smaltire, attribuendogli nuovo valore economico e ambientale”, ha sottolineato Donatella Barisano, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Processi Termochimici per la Valorizzazione di Biomasse, Residui e Rifiuti.


I ricercatori dell’Agenzia si occuperanno anche della valorizzazione energetica dell’anidride carbonica catturata, attraverso l’impiego di reattori altamente innovativi in cui la CO2 viene dissociata in monossido di carbonio (CO) e ossigeno (O2) mediante un gas ionizzato (plasma freddo). Per raggiungere questi obiettivi, ENEA metterà in campo le infrastrutture di ricerca ZECOMIX del Centro Ricerche ENEA Casaccia (Lazio) e quelle del polo di Trisaia (Basilicata), in particolare gli impianti di gassificazione, la torcia al plasma e i laboratori analitici. E, sempre nel centro della Trisaia, i ricercatori (nella prima fase del progetto) si occuperanno di caratterizzare e testare diverse tipologie di scarti e residui, selezionate tra quelle ritenute di maggiore interesse e potenzialità di impiego.
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