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Lavoro, Orlando: "Entro fine 2022 stop al sommerso"

Sulla sicurezza occorre investire. Infortuni pesano sul PIL per il 2,6%

Economia, Welfare
Lavoro, Orlando: "Entro fine 2022 stop al sommerso"
(Teleborsa) - Gli infortuni hanno un peso del 2,6% sul PIL perché gravano sul sistema sanitario, previdenziale, assicurativo, amministrativo e giudiziario, pesando sull'economia sana e lo stato sociale". Lo ha sottolineato il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una audizione in Senato sulla sicurezza sul lavoro.

Il titolare del welfare ha anche escluso una correlazione diretta degli incidenti sul lavoro con la disoccupazione o con l'andamento dell'economia, indicando che il fenomeno è connesso alla legalità. "Gli infortuni aumentano quando ci sono pochi controlli, maglie larghe nella contrattualistica, una più debole rappresentanza dei lavoratori", ha spiegato.

Orlando propone quindi di abolire la politica dei tagli e investire di più in prevenzione, attraverso informazione, formazione, assistenza e vigilanza, e ricorda he "per ogni euro investito in prevenzione vi sono 4 euro di guadagno in salute".

Il Ministro ha parlato anche di lavoro nero, annunciando "entro la fine del 2022 adotteremo un ambizioso Piano nazionale per la lotta al sommerso, con l'obiettivo di ridurre sensibilmente - di almeno un terzo - la distanza dell'Italia rispetto alla media europea nella diffusione del fenomeno".

"La sfida - ha sottolineato - sarà soprattutto quella di rendere per le imprese i benefici dall'operare nella legalità superiori ai costi connessi all'utilizzo di lavoro irregolare, rendendosi a tal fine necessario un mix di misure di prevenzione e promozione del lavoro regolare accanto ad una ridefinizione delle misure di deterrenza".

Per il lavoro irregolare e per la sicurezza sul lavoro - ha spiegato Orlando - il Ministero sta lavorando ad uno strumento operativo in capo agli organi di vigilanza, che preveda un controllo sulle imprese che in sede ispettiva dovessero essere sorprese con lavoratori in nero in misura superiore al 10% degli occupati, con gravi violazioni in materia di sicurezza del lavoro, presenza di lavoratori sfruttati" e delle misure "interdittive, secondo gradualità e proporzionalità" a carico di queste imprese.
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