(Teleborsa) - Riaprire in sicurezza le scuole, con lo spettro delle varianti Delta e Lambda che incombe sulla ripresa delle lezioni, significa vaccinare a tappeto personale scolastico e studenti. L'alternativa, dati i pochi passi avanti fatti per risolvere la questione delle "classi pollaio" e il nodo dei trasporti, è un'altro anno, il terzo, in Dad. In tale scenario la strategia messa in campo congiuntamente dal
ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e dal
commissario straordinario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo prevede di convincere gli
insegnanti "no vax", ad oggi oltre 215mila, della necessità di immunizzarsi. L'obiettivo – come ha spiegato Figliuolo – è di arrivare almeno a 180-190mila vaccinati raggiungendo una copertura di oltre l'80% degli operatori scolastici, incrementando anche le
somministrazioni per i giovani dai 12 ai 19 anni. "Il problema della scuola, per quanto tu possa fare una strategia, – ha spiegato questa mattina il
sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri intervenuto alla trasmissione 'L'Italia s'è desta', su Radio Cusano Campus – rimane un punto interrogativo perché bisognerà vedere quale sarà la circolazione del virus a settembre e se ci sarà un'altra variante. L'unica cosa che si può prevedere è quanti saranno i vaccinati, dobbiamo spingere alla vaccinazione insegnanti e studenti. L'obiettivo è fare lezioni frontali, mascherine e distanza rimarranno capisaldi. Sono assolutamente contrario all'obbligo vaccinale ma serve sensibilizzazione. Dobbiamo arrivare con un 80% della popolazione vaccinata prima dell'autunno. Purtroppo – ha aggiunto – vedo tanta resistenza nella popolazione scolastica, soprattutto nella fascia 12-15, con i genitori che hanno legittimamente dei dubbi. È nostro dovere fare campagne di informazione migliori e costanti per far capire la bontà delle vaccinazioni e soprattutto che è oggi il momento di vaccinarsi perché settembre è alle porte".
In base all'
ultimo report del governo, sono 1.063.903 i professori e il personale scolastico vaccinato, ma ancora 216.221 che non hanno fatto la prima dose. In questa fascia due settimane fa ce ne erano 235.899 e 7 giorni fa 227.537. Significa che in 15 giorni sono stati raggiunti meno di 20mila professori. Se poi si guardano i dati delle singole Regioni, 5 oltre alla provincia di Bolzano hanno una percentuale di docenti senza alcuna copertura sopra il 25%, dunque uno su 4. La classifica è guidata dalla
Sicilia, dove la percentuale è al 43,58%, seguita da
Alto Adige (38,53%),
Sardegna (33,30%),
Calabria (32,85%),
Liguria (26,93%) e l'
Umbria (25,27%). Indietro anche la
provincia di Trento e il
Piemonte, che devono fare la prima dose rispettivamente al 23,53% e al 23,06%. Ancora più bassi i numeri nella fascia 12-19 anni. Su una platea di 4,6 milioni, 179mila hanno completato il ciclo vaccinale (il 3,87%) e 994mila hanno fatto la prima dose (il 21,48%) ma 3,8 milioni di ragazzi sono completamente scoperti.
Se gli appelli rivolti da più fronti agli operatori scolastici e ai genitori degli studenti non dovessero essere sufficienti
i presidi propongono soluzioni drastiche come l'introduzione dell'obbligo vaccinale. In tale scenario sulla vaccinazione di professori e studenti prende posizione il
sindacato dei presidi DirigentiScuola, che ha indetto per
oggi alle 11 un sit-in sotto il ministero dell'Istruzione per far sentire la loro voce e chiedere e ottenere un incontro con il ministro Bianchi. "Proporrei l'obbligatorietà per quegli insegnanti che non si sono ancora immunizzati, come per i medici – afferma il
presidente del sindacato Attilio Fratta –. Se una persona costituisce un pericolo sociale deve essere allontanata. Stesso discorso vale per gli studenti: i vaccini salvano le vite, di tutti. Quindi bene all'immunizzazione per la fascia che va dai 12 ai 16 anni".
"Sul fronte delle vaccinazioni – sottolinea
Paolino Marotta, presidente di Andis (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) –circa 200mila insegnanti non hanno ancora ricevuto il vaccino e non se ne conoscono i motivi; soltanto il 2% degli alunni risulta vaccinato, ma sappiamo che il 20% dei contagi si verifica tra gli under 18; gli alunni del primo ciclo per il momento non sono vaccinabili; nella fascia 12-19 anni ad oggi solo il 17,4% risulta vaccinato. A nostro parere sarebbe il caso di accelerare sulla vaccinazione degli alunni che hanno più di 12 anni e soprattutto di far funzionare finalmente i tracciamenti, che sono fondamentali per evitare altri 'stop and go' delle attività didattiche. Per il problema dei trasporti, dopo gli incontri con i prefetti a Pasqua, tutto è rimasto identico e si ipotizzano di nuovo entrate e uscite scaglionate per la secondaria di secondo grado. In molte regioni i governatori ipotizzano di far slittare l'inizio delle lezioni a fine settembre, con evidenti conseguenze sulla fine dell'anno scolastico 2021-22 e sulla tempistica di scrutini finali ed esami. L'amara conclusione è che ci ritroveremo a settembre nel caos e nella differenziazione degli interventi, esattamente come un anno fa".
Ma l'
ipotesi di introdurre l'obbligo vaccinale per il personale scolastico e per gli studenti viene definita "non plausibile" dal ministro dell'Istruzione. "Non c'è l'obbligo di sottoporsi alla somministrazione – sottolinea
Bianchi –. Ricordo però che la Costituzione riconosce i diritti individuali ma anche la necessità e il dovere della solidarietà. Siamo in grado di vaccinare tutto il Paese entro settembre, chi non lo vuole fare deve esprimerlo di fronte al Paese, ma si deve porre anche il problema della comunità, perché il Paese non riparte se non c'è il senso di responsabilità collettiva che è il cuore stesso della scuola".