(Teleborsa) - Le
spese "obbligate" - casa, affitti, manutenzioni, utenze - restano una
componente predominante dei consumi familiari ,a scapito dei servizi, che nel 2020 hanno registrato un crollo a causa della crisi innescata dalla pandemia di Covid-19. Lo conferma un’analisi dell’Ufficio Studi di
Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2020.
“L’economia è in ripresa ma i danni provocati dalla pandemia sono ingenti, soprattutto i consumi crollati ai livelli più bassi degli ultimi quindici anni", ricorda il Presidente di Confcommercio,
Carlo Sangalli, aggiungendo "occorre superare al più presto l’emergenza sanitaria con i vaccini per consolidare il clima di fiducia, precondizione necessaria per rafforzare la crescita economica e sostenere i consumi”.
Ecco come si spendeNel 2020 la crisi da Covid ha inciso pesantemente sui bilanci familiari, comprimendo le spese libere, in particolare i
servizi scesi al minimo dal 1995 al 15,6% del totale consumi. Parallelamente sono aumentate le
spese obbligate raggiungendo il livello più alto dalla stessa data
al 44% del totale, pari a 7.168 euro annui pro capite.
Nel 2021, nonostante il parziale recupero dei consumi in alcuni segmenti, le
spese obbligate si confermano la principale voce di spesa, assorbendo il
42,8% dei consumi totali ( 7.291 euro pro capite). Fra queste spese, sono
quelle legate all’abitazione ad incidere maggiormente arrivando a "mangiarsi" 4.074 euro tra affitti, manutenzioni, bollette, e smaltimento rifiuti.
All’interno dei consumi commercializzabili invece (9.741 euro pro capite), la componente principale è rappresentata ancora dai beni (al 40,3% del totale, ma recuperano anche i servizi passando dal 15,6% del 2020 al 16,9%, stessa quota di spesa destinata agli alimentari.