(Teleborsa) - Salgono a oltre
2 milioni i giovani fra i 15 e i 29 anni che in Italia non studiano e non lavorano
(Not in Education, Employment or Training, NEET) e che sono aumentati nell’anno della pandemia Covid. E’ quanto emerge dall’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’
ultimo rapporto Istat sul Benessere dei territori. L’allarme riguarda
quasi 1 su 4 (23,3%) che resta a casa senza fare nulla, sulle spalle di mamma e papà o a carico di qualche altro parente, in una situazione di sostanziale
scoraggiamento rispetto a progetti, prospettive e futuro.Il problema
è cresciuto di più al Nord (+2,3%) e al Centro (+1,8%) mentre al
Sud si registra un minimo calo (-0,4%) ma su un’incidenza che è pur sempre doppia (32,6% del totale) rispetto al
Settentrione. La situazione di incertezza ha pesato sulle opportunità di lavoro e sulla fiducia degli italiani di poterne trovare uno, tanto che molti considerati inattivi ci hanno rinunciato più o meno definitivamente. Fra i motivi della mancata ricerca di un’occupazione si va dal "è tutto fermo" a "nessuno assume a causa Covid", dal "timore del contagio" all’attesa "che si attenui la pandemia" fino a chi ha rinunciato a dare la caccia a un’occupazione perché ritiene proprio di non avere speranze di trovarlo.
La corsa del
PIL nel 2021 con la ripartenza da record dell’economia è quindi una svolta strategica per il Paese anche dal punto di vista sociale – conclude Uecoop – con la necessità di ricostruire la fiducia nel futuro e la voglia di mettersi in gioco nello studio e nel lavoro con il mondo delle 80mila cooperative italiane che
rappresenta un formidabile bacino di opportunità sia sul fronte dell’occupazione che su quello della formazione.