(Teleborsa) - È dovere dell'
Europa aiutare chi ha deciso di lasciare l'
Afghanistan. Il presidente del Consiglio,
Mario Draghi, è intervenuto al
G20 Interfaith Forum, a Bologna, dove ha sottolineato le responsabilità che il mondo occidentale ha nei confronti del Paese asiatico dopo il ritorno dei talebani al potere. "Negli ultimi giorni, stiamo assistendo a immagini che ci riportano agli anni più bui nella storia del Paese. In particolare, alle
donne, che negli scorsi venti anni avevano riacquistato diritti basilari, come quello all'istruzione, oggi rischia di essere vietato persino di praticare sport, reprimendo altresì la loro rappresentanza nel governo. Come comunità internazionale abbiamo un
obbligo morale verso un Paese in cui siamo stati per venti anni", ha sottolineato Draghi. "Un obbligo di
aiuto umanitario, di prevenzione del
terrorismo, di sostegno alla tutela dei diritti umani", ha aggiunto.
"L'altro dovere che abbiamo come Occidente, e in particolare come Europa, è la
tutela di chi decide di lasciare l'Afghanistan. L'Italia ha aiutato circa 5.000 cittadini afghani a fuggire dagli
enormi rischi a cui erano esposti. È stato uno sforzo significativo, di cui dobbiamo essere orgogliosi, ma che non può esaurirsi ora. L' Ue non deve ignorare il dramma di queste persone, né la portata storica di questi eventi", ha affermato il premier. "Dobbiamo dimostrare di essere all'altezza di questa
crisi e dei
valori che diciamo di rappresentare". "La
religione non deve essere mai strumentalizzata – ha dichiarato Draghi –. Nei casi peggiori, è stata usata per giustificare la
violenza, la privazione dei diritti fondamentali, o indirizzare il favore popolare verso fini politici molto terreni. Al
terrore, alla sopraffazione anche subdola che vuole privarci dei nostri valori in nome della religione dobbiamo opporci".
Il presidente del Consiglio è intervenuto anche sul tema
Covid. "Per sconfiggere la
pandemia – ha spiegato –, la campagna di
vaccinazione deve procedere spedita ovunque. Solo così potremo salvare vite, frenare il contagio, evitare l'emergere di pericolose varianti. A oggi, però, soltanto il 2% della popolazione dei Paesi più poveri ha ricevuto almeno una dose di vaccino - a fronte del 42% della popolazione mondiale. Al
Global Health Summit di Roma, le c
ase farmaceutiche hanno promesso di fornire entro la fine di quest'anno 1,3 miliardi di dosi a prezzi calmierati per gli Stati a basso e medio reddito. Altri 2 miliardi saranno distribuiti entro il 2022".