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M&A banche, Enria: interventi mirati su rami d'azienda, fintech e jv importanti quanto fusioni

Finanza, Fintech
M&A banche, Enria: interventi mirati su rami d'azienda, fintech e jv importanti quanto fusioni
(Teleborsa) - "Dal 2020 sono emersi segnali incoraggianti di ripresa del consolidamento bancario. La pandemia, infatti, ha portato a livelli di consolidamento che non si vedevano dal 2008, con operazioni per oltre 300 miliardi di euro. Alcune di queste operazioni, ad esempio in Italia, Spagna e Slovenia, hanno aumentato notevolmente il livello di concentrazione dei rispettivi mercati bancari nazionali e dovrebbero consentire ai soggetti coinvolti di vedere miglioramenti di efficienza dei costi negli anni a venire". Lo ha affermato Andrea Enria, presidente del consiglio di sorveglianza della BCE, nel corso di un evento organizzato da Bank of America.

"Ancor più dei programmi di riduzione dei costi, le fusioni e acquisizioni comportano elevati costi di ristrutturazione una tantum e tendono a produrre guadagni con un certo ritardo - ha osservato Enria - Secondo le prove raccolte su un gran numero di fusioni e acquisizioni tra istituzioni meno significative nel corso del 2015 e del 2016, il progetto di consolidamento medio garantisce efficienza in termini di costi e redditività solo due o più anni dopo la sua attuazione".

L'economista italiano ha anche evidenziato come il processo di M&A possa essere non solo tra due istituti bancari classici, ma possa riguardare anche rami d'azienda, società fintech e partnership. "Alcuni player stanno acquistando o disinvestendo da singole linee di business o infrastrutture fintech o stanno creando joint venture con altri concorrenti europei in specifiche aree di business - ha dichiarato - Questi e altri consolidamenti più mirati non sono meno importanti delle vere e proprie fusioni e acquisizioni bancarie nel fornire miglioramenti dell'efficienza dei costi, opportunità di creazione di valore, guadagni competitivi e un efficace riequilibrio dei modelli di business delle banche".

Nel suo intervento - che ha cercato di analizzare a 360 gradi il percorso per il ritorno alla profittabilità delle banche dell'eurozona - ha affrontato anche il problema dei crediti deteriorati (NPL). "Gli enormi progressi compiuti non dovrebbero portare le banche ad abbassare la guardia sul rischio di credito, poiché l'impatto effettivo della pandemia sulla qualità degli attivi non è ancora diventato evidente - ha messo in guardia Enria - Una ripresa della redditività basata su un brusco e improvviso storno degli accantonamenti potrebbe non dimostrarsi durevole se le aspettative ottimistiche delle banche non si concretizzano e, poiché il sostegno pubblico viene gradualmente eliminato, il contesto di rischio si rivela peggiore di quanto attualmente previsto".
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