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Meeting FED, per gli analisti la decisione sul tapering sarà ancora rinviata

Finanza
Meeting FED, per gli analisti la decisione sul tapering sarà ancora rinviata
(Teleborsa) - La due giorni di riunioni della Federal Reserve - che si concluderà questa sera con l'annuncio sui tassi e la conferenza stampa di Jerome Powell - non dovrebbe riservare sorprese per quanto riguarda il tapering, ovvero il graduale rallentamento degli acquisti di asset su larga scala. Sostanziamene, i possibili scenari sono tre: nessun riferimento a un inizio del tapering a fine 2021; riferimento a inizio del tapering entro fine 2021, ma senza fornire precise indicazioni (e quindi implicitamente una partenza a dicembre); annuncio dell'inizio della riduzione degli stimoli monetari a novembre. Gli analisti sembrano concordi nell'aspettarsi una FED prudente e un rinvio di indicazioni più precise alle riunioni di fine anno.

C'è chi crede che questo incontro della FED sia "probabilmente un non-evento". Lo afferma l'analisi del team strategie di credito globale di Algebris, guidato da Alberto Gallo. "Dopo la svolta accomodante di Jackson Hole alla fine di agosto, la BCE è sembrata paziente e l'inflazione statunitense è risultata più debole del previsto. Pertanto, ci sono poche ragioni per credere che la FED possa cambiare le linee guida nel corso della prossima riunione, soprattutto perché i casi di Covid hanno appena raggiunto il picco, ma sono ancora relativamente elevati - si legge nella nota di Algebris - Una maggiore visibilità sulla politica monetaria del 2022 è rinviata alla riunione di novembre, quando è probabile che la FED inizi il tapering".

Secondo Filippo Diodovich, Senior Strategist di IG Italia, "la maggioranza di membri dovish può scegliere di rimandare l'annuncio e lasciare solamente indizi su un prossimo tapering entro fine 2021 cercando di prendere ancora tempo per valutare lo stato di salute del mondo del lavoro, le pressioni inflazionistiche, la ripresa economica, gli sviluppi della pandemia e anche i possibili rischi per la stabilità finanziaria a causa del collasso del gigante del settore immobiliare cinese Evergrande".

Al di là della scelta che farà, gli analisti sono concordi sul fatto che la FED non possa rischiare di fare un passo indietro e di sperperare la fiducia che si è costruita sui mercati grazie al suo lavoro di comunicazione da inizio pandemia. "La graduale riduzione dei suoi acquisti annunciata nei verbali del FOMC lo scorso luglio è stata digerita con calma dagli investitori, senza alcun impatto materiale sui mercati", osserva Franck Diximier, Global CIO Fixed Income of Allianz Global Investors. "La FED dovrebbe quindi consolidare le aspettative degli investitori chiarendo le proprie intenzioni nella riunione di settembre - ha aggiunto - Tuttavia, dovrebbe rimanere prudente e indicare che le decisioni concrete sul tapering, soprattutto la tempistica e il ritmo della riduzione degli acquisti, saranno prese in una delle ultime due riunioni del 2021, a novembre o dicembre, da attuare o a alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo".

Oltre all'orizzonte temporale del tapering, gli osservatori si stanno iniziando a interrogare anche sulla natura della diminuzione degli acquisti. "Nel 2014 la FED ha cominciato le misure di tapering a gennaio e le ha concluse 10 mesi dopo - ha osservato Eric Winograd, senior Economist di AllianceBernstein - I mercati si aspettano uno schema simile anche oggi e questo vorrebbe dire ridurre di circa 10 miliardi al mese gli acquisti di Treasury e di 5 miliardi quelli di MBS. Pensiamo che la FED pianificherà l'uscita dal QE con un atteggiamento flessibile, almeno in teoria. Tuttavia, ci aspettiamo che l'asticella per la possibile variazione del tasso di acquisti verrà posta molto in alto, così com’è stato fatto l'ultima volta. Si deve ricordare che la politica monetaria non è mai scritta sulla pietra e di conseguenza le circostanze potrebbero spingere la FED a modificare i suoi piani".
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