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FED, Powell: gli acquisti dei titoli potrebbero andare avanti fino al 2022

Nessuna decisione definitiva da parte della Banca Centrale Usa ma il presidente ha indicato questo orizzonte di tempo come il più probabile.

Economia
FED, Powell: gli acquisti dei titoli potrebbero andare avanti fino al 2022
(Teleborsa) - Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato che "se la ripresa resterà sulla strada giusta" la Banca centrale americana potrebbe continuare ad acquistare titoli fino alla metà del prossimo anno. Powell in conferenza stampa ha sottolineato che è stato discusso il ritmo del tapering degli acquisti dei titoli una volta che saranno soddisfatti i criteri su inflazione e occupazione (definiti dal Fomc) ma ha anche chiarito che non è stata presa alcuna decisione, anche se ritiene quello fino a metà 2022 il target più probabile per azzerare l'acquisto di titoli da parte della FED. Per il momento, invece, ritmo immutato: 80 miliardi di Treasuries e 40 miliardi di mortgage backed securities al mese. Fermi anche i tassi che restano allo 0-0,25%. Nuove indicazioni potrebbero arrivare a novembre – ha aggiunto il presidente – ma molto dipenderà dall'evoluzione epidemiologica della pandemia con la variante delta e i suoi effetti sull'economia.

Poco più preoccupata anche la diagnosi sull’economia: l’inflazione, che è a giugno era stata definita come semplicemente "aumentata", è stata definita in una nota della FED "elevata" anche se ne viene ribadita la natura puramente transitoria. Mentre è stata certificato che la crescita dell’attività economica continua, anche se "l’aumento nei casi di Covid 19 ha rallentato la ripresa" dei settori colpiti più severamente dall’epidemia. Piccola novità anche nei “dot”, i puntini con cui ciascun componente del Comitato indica le proprie previsioni sui tassi. La mediana per il 2022 è aumentata, passando dallo 0,125% - che corrisponde ai tassi attuali, 0-0.25% - allo 0,25%. I banchieri centrali che immaginano tassi fermi anche l’anno prossimo sono diventati nove, mentre erano dodici a giugno. Almeno un governatore che immaginava due rialzi ora ne indica tre. Si è quindi modificata anche la proiezione per il 2023: la mediana passa dallo 0,625% (ossia 0,5-0,75%) fino all’un per cento: sono quasi due rialzi dei tassi in più; mentre per il 2024, per la prima volta preso in considerazione, il Fomc prevede tassi all’1,75%.

Per quel che riguarda il PIL Usa, questo è dato al +5,9% quest’anno (rivisto dal +7% delle stime di giugno) ma al +3,8% nel 2022, dal +3,3%,e al +2,5% per il 2023, dal 2,4%. La prima previsione per il 2024 punta al 2%. Di conseguenza il tasso di disoccupazione è stato rivisto al 4,8% per quest’anno (dal 4,5%) ma confermato al 3,8% e al 3,5% per 2022 e 2023. Per il 2024 è ugualmente indicato un 3,5%. Il rinvio dell’annuncio del tapering è probabilmente legato, oltre che alle incertezze sulla pandemia, al peggioramento delle prospettive di breve periodo. Invariato al 2,5% il livello dei tassi “di lungo periodo”, neutrali. Al rialzo anche le stime sull’inflazione: 4,2%, dal 3,4% di giugno, per il 2021; al 2,2% dal 2,1% per il 2022, invariata al 2,2% per il 2023 e al 2,1% per il 2024. Rivista al rialzo anche la core inflation: 3,7% per il 2021 (dal 3%), 2,3% per il 2022, 2,2% per il 2023 (era 2,1%, a giugno, per entrambi gli anni). Potrebbe essere al 2,1% nel 2024.

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