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Confindustria, Bonomi: contesto internazionale difficile, proposte della Commissione UE inadeguate

Per il leader degli industriale occorre una proposta comune avanzata dai governi di Francia, Italia e Germania.

Economia
Confindustria, Bonomi: contesto internazionale difficile, proposte della Commissione UE inadeguate
(Teleborsa) - Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha definito le proposte della Commissione europea – per fronteggiare l'impennata dei prezzi per le materie prime, l'aumento del prezzo del certificato di immissione della CO2, i costi marittimi da e per la Cina e la carenza dei semiconduttori – "inadeguate". "Ciascuno di questi problemi non può trovare adeguata soluzione sul piano nazionale, ma necessita di rapide ed efficaci risposte a livello internazionale. In questa direzione i governi di Italia, Germania e Francia dovrebbero giungere a posizioni comuni da far valere al consiglio europeo. Serve, dunque, una valutazione seria dei governi delle prime tre economie dell'Unione perché le proposte della commissione europea, così come sono ora, sono inadeguate", ha dichiarato Bonomi in un videomessaggio al "Made in Italy summit", l'evento digitale di Sole 24 Ore, Financial Times e SkyTg24.

"La nostra industria è stata il principale fattore di tenuta dell'economia nazionale da metà 2020 – ha sottolineato – e in molti settori è già tornata a livelli di produzione pre-pandemia grazie a un recupero avvenuto a tassi superiori addirittura a quelli tedesco e francese. Questa sfida è resa difficile dall'attuale contesto internazionale".

Ma per il presidente di Confindustria la "sfida della crescita" dell'Italia pone una questione innanzitutto nazionale, che "investe lo Stato e le sue capacità di progettare e attuare le riforme strutturali e gli investimenti annunciati, a partire da quanto contenuto nel PNRR". "Al di là delle sfide da vincere a livello internazionale e nazionale – ha detto il leader degli industriali – la ripresa può contare su una base solida, che è quella della competitività delle sue imprese nei mercati globali. Le imprese italiane hanno saputo fin da subito cogliere le opportunità offerte dalla globalizzazione dei mercati, registrando performance eccellenti. Dal 2011 al 2019 le imprese italiane hanno registrato una dinamica in linea o migliore di quella dei principali Paesi europei, crescendo del 3,2% medio annuo contro il 3,1% tedesco e il 2,6% francese. Ma occorre fare di più".

Per Bonomi "l'attuale contesto internazionale richiede alle nostre imprese esportatrici di fare un ulteriore salto di qualità, perché le posizioni di eccellenza fino ad oggi raggiunte devono essere consolidate con uno sguardo pragmatico proiettato al futuro. È necessario rafforzare i rapporti di filiera". Così come sono decisive per le imprese le sfide della transizione ecologica e digitale. "Affrontare questa duplice sfida richiede a parte del sistema economico italiano una forte capacità di investimento, in un contesto di grande incertezza del mercato – ha affermato – siamo un Paese che crede nel futuro, almeno nella sua parte produttiva. Lo sforzo innovativo che abbiamo dimostrato si è tradotto già oggi in imprese più digitali e con modelli di business più sostenibili per l'ambiente. Quindi, in migliori opportunità di crescita per il futuro".
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