(Teleborsa) - L'amministratore delegato di
A2A,
Renato Mazzoncini, vede nel settore delle
batterie una grande opportunità per l'Italia. "Noi non abbiamo materie prime, un Paese industriale senza alcuna materia prima. Siamo l'11esimo produttore al mondo di acciaio con lo 0,002% di risorse ferrose. Sulla carta, uguale. Come abbiamo fatto? con il riciclo", ha sottolineato Mazzoncini ai microfoni di Teleborsa a margine degli
Stati Generali della Green Economy oggi a
Ecomondo, la kermesse in corso alla Fiera di Rimini dedicata all'economia verde e all'economia circolare.
"Al momento in cui in Italia arriva una batteria, sicuramente dalla Cina, noi dobbiamo togliergli il passaporto. Quella batteria resta qui, non si muove più: fa la prima vita sull'
automobile, la seconda sul building e poi va a riciclo. Gli togliamo litio, cobalto e nickel e diventeranno le nostre
miniere", ha spiegato. Dobbiamo attivare subito quindi non solo la Gigafactory di cui si sta parlando (quella annunciata da Italvolt, ndr) ma anche la filiera del
riciclo".
Quanto alla mancanza di
infrastrutture di ricarica per le auto elettriche lamentato dai costruttori, Mazzoncini ha evidenziato la necessità di potenziare la
rete elettrica – "per poter attaccare le colonnine abbiamo bisogno di un importante investimento di potenziamento" – ma ha anche ricordato il
passato energetico del nostro Paese: "abbiamo investito più sul metano che sulla rete elettrica, quindi c'è un gap da recuperare". L'ad di A2A si è però detto "confidente che questo grosso ritardo che c'è in tutta Europa" possa essere recuperato: "al 2030 in Ue dovremo avere 3 milioni di
punti di ricarica. Nell'ultimo decennio ne abbiamo installate 200mila, nel prossimo decennio quindi ne dovremo installare 2,8 milioni. Dobbiamo decuplicare la velocità di installazione".