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Clima, Cop 26 di Glasgow tra sfide e rischi. Stop deforestazione entro 2030

Boris Jhonson, intanto, cita James Bond

Ambiente, Clima, Economia, Politica
Clima, Cop 26 di Glasgow tra sfide e rischi. Stop deforestazione entro 2030
(Teleborsa) -
Archiviato il G20 di Roma, i riflettori si sono immediatamente spostati a Glasgow, in Scozia, per la 26esima conferenza degli Stati firmatari della convenzione ONU sul clima (Cop26), altro appuntamento centrale nell'agenda dei cosiddetti grandi.



Occorre agire subito:
questo l'appello dei capi di governo. Ma bastano poche ore per capire che la strada per raggiungere un accordo che consenta di azzerare le emissioni nel 2050 è in salita. Il leader cinese Xi Jinping manda un messaggio scritto al summit e in contemporanea il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin critica gli Usa, per l'inquinamento del passato: le sue emissioni storiche sono 8 volte quella della Cina.

Ma è soprattutto il Premier indiano Modì a gelare il forum quando annuncia l'impegno del Paese a raggiungere l'obiettivo delle emissioni zero nel 2070.

"L'iniziativa della Cop26 è molto molto importante - ha detto il premier Mario Draghi in un punto stampa a margine della Cop26 -, traccia il percorso che dovremo intraprendere tutti insieme per dare risposta al problema che non possiamo risolvere da soli. Un singolo Paese non può rispondere a questi problemi e questa forse è la più importante iniziativa collettiva diretta a questo fine". "Prima si ignorava completamente il problema, ora c'è crescente consapevolezza" sul clima. "Quello che rende molto complicato il negoziato è che i Paesi hanno condizioni di partenza diverse tra loro", ha aggiunto. "Nel G20 ci sono stati spostamenti delle posizioni precedentemente assunti" da Russia a Cina" verso "maggiore vicinanza al tema" clima.

I passi avanti ci saranno "in concreto, quando ci saranno delle iniziative di carattere tecnologico", ha aggiunto Draghi rispondendo a una domanda su Cina e Russia.


"Faremo quello che è necessario o faremo soffrire le future generazioni? Questo è il decennio decisivo sul clima, e la finestra si sta chiudendo rapidamente. Glasgow dee dare il calcio di inizio al cambiamento", così il Presidente USA Joe Biden alla Cop 26 di Glasgow. "Nella lotta ai cambiamenti climatici nessuno può farcela da solo, agire è nell'interesse di tutti". "Dobbiamo investire nell'energia pulita, ed è quello che faremo negli Usa, ridurremo le emissioni entro il 2030".

Il Presidente americano ha anche chiesto scusa ai leader mondiali per la decisione di far uscire gli Usa dall'accordo di Parigi sul clima presa dal predecessore Donald Trump. "Chiedo scusa - ha detto - per il fatto che gli Stati Uniti sono usciti dall'accordo di Parigi mettendoci in una situazione difficile".

Non è più "il tempo delle parole, ma il tempo dell'azione" per affrontare la minaccia dei cambiamenti climatici. Lo afferma la regina Elisabetta, 95 anni, rivolgendosi ai leader della Cop26 di Glasgow in un videomessaggio. Costretta dai medici a riposo e a rinunciare a presenziare all'appuntamento scozzese, la sovrana - apparsa in discreta forma - ha invitato i leader a "elevarsi oltre la politica spicciola" e dar prova di qualità da "veri statisti" per dare un futuro "più sicuro e stabile" al pianeta.

Nel discorso di apertura il Primo ministro britannico, Boris Johnson, evoca un paragone cinematografico: "Il personaggio più famoso di questo Paese che ci ospita è James Bond. Oggi noi leader mondiali siamo come James Bond che deve affrontare la fine del mondo. Il problema è che questo non è un film, e la fine del mondo è un pericolo reale", ha avvertito. Citando l’attivista svedese Greta Thunberg, ha anche detto che dopo gli accordi del 2015 il mondo ha fatto troppi "bla bla bla" e che "ora è il momento di agire".

Un fallimento della conferenza internazionale sul clima CoP26 "non è un'opzione: ma un epilogo che scatenerebbe ondate di "collera" nel mondo, ha sottolineato ancora Johnson.

Intanto, i leader mondiali riuniti alla COP26 si impegneranno oggi a fermare la deforestazione entro il 2030 grazie a 16,5 miliardi di euro di finanziamenti pubblici e privati. Lo ha annunciato il governo britannico, che ospita il vertice. La dichiarazione comune sarà adottata da oltre 100 Paesi che hanno l'85% delle foreste mondiali, fra cui Brasile e Congo .
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