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Commercio, Italia verso la rinascita economica: export di beni ha già recuperato quanto perso con la pandemia

Le conclusioni dell'evento "Future forward: Italy and the future of trade", organizzato oggi da Economist con il supporto di Philip Morris International

Economia, PMI
Commercio, Italia verso la rinascita economica: export di beni ha già recuperato quanto perso con la pandemia
(Teleborsa) - Il ruolo e la rilevanza degli investimenti diretti esteri per alimentare le industrie italiane durante la fase di ripresa, il potenziale della tecnologia e dell’innovazione per rivoluzionare il commercio e digitalizzare le filiere, e le modalità per rendere la ripresa inclusiva, diffondendo i benefici della globalizzazione in tutto il Paese. Questi i temi al centro dell'evento on line "Future forward: Italy and the future of trade", organizzato oggi da Economist con il supporto di Philip Morris International che ha visto la partecipazione di Alessandro Terzulli, capo Economista di Sace; Manlio di Stefano, sottosegretario agli Esteri; Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia; Barbara Beltrame, chair della Task Force Trade & Investment per il B20; e il contributo, in videomessaggio, di Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale di Banca d'Italia.

"La pandemia – come ha affermato nel suo intervento il sottosegretario di Stefano – ha rappresentato il peggior momento della storia dell'Italia dal Dopoguerra. Abbiamo chiuso il 2020 con il -9% di PIL, esportazioni in crollo del 13%, e l'economia che ha risentito a livello nazionale ed europeo della mancanza di alcune value chian fondamentali. In tale quadro catastrofico – ha sottolineato Di Stefano – l'uscita dalla crisi della pandemia deve essere una stagione di rinascita non soltanto economica ma anche nell'aggiornamento delle logiche di mercato e di produzione nazionale". La scommessa del futuro – per il sottosegretario – è "attirare società specie digitali e innovative per un contributo alla sostenibilità e non, a caso, il nostro Pnrr prevede un 40% per la sostenibilità ed un 27% per la digitalizzazione".

"L'Italia è stata colpita fortemente dallo shock pandemico, siamo stati il primo Paese europeo ad essere colpito dalla pandemia che ha visto il suo epicentro nel cuore pulsante dell'economia italiana. E il bilancio, per citare il dato sul PIL, – ha detto Terzulli – è stato del -9% nel 2020. Ma l'Italia ha reagito bene. Dopo alcune esitazioni iniziali, sia italiane ma anche a livello che europeo, c'è stata una diversa consapevolezza rispetto alla crisi globale e si è dato spazio alle leve fiscali e monetarie di intervenire e favorire un certo coordinamento e questo ha permesso di arginare un bilancio più grave e gettare anche la base di una ripresa che vediamo negli ultimi trimestri e che sta andando molto forte. Senza dimenticare tutto quello che la Banca centrale europea ha fatto a livello europeo e, a livello nazionale, tutto ciò che il sistema bancario nazionale ha fatto come i prestiti sulla liquidità alle imprese. Noi abbiamo giocato un ruolo sull'aspetto delle garanzie per le PMI anche con il programma 'Garanzia Italia' offrendo supporto per circa 30 miliardi di euro. Dopo lo shock sull'economia imposto dalla pandemia, abbiamo visto una ripresa e una ripartenza grazie a tutte le misure anche fiscali prese e al supporto ai redditi delle famiglie e delle imprese. E se nel 2020 questo si è visto poco, lo stiamo vedendo ora, anche grazie alla campagna vaccinale. Abbiamo visto una ripresa ripartire e una ripresa importante. E questo è un aspetto non banale perché siamo un Paese che, negli ultimi 20 anni, non ha mostrato una particolare resilienza agli shock mentre questa volta è diverso perché sicuramente il rimbalzo è più forte del previsto. A metà 2022, per quello che vediamo oggi, dovremmo aver recuperato quanto perso nel 2020". Un salto importante considerando che – secondo quanto rilevato dal capo economista di Sace – "all'inizio della crisi pandemica, non avevamo neanche recuperato quanto perso nelle crisi globali del 2009 e del 2012-2013". L'attuale sfida di medio-lungo termine – ha proseguito Terzulli – si giocherà sulla capacità di "innalzare il potenziale di crescita italiano". Per Terzulli, ad oggi, costituiscono un obiettivo raggiungibile una crescita del +6% nel 2021 e del 4,5-5% nel 2022, quindi con "un recupero pieno del PIL". Un ulteriore traino nel percorso di ripresa dell'Italia è rappresentato dall'export che – come ha evidenziato Terzulli – "sta già andando molto bene e ha già recuperato quanto perso con la pandemia, quantomeno con riferimento all'export di beni".

"Credo che il Pnrr vada nella direzione che un investitore estero nel nostro Paese cercava – ha affermato Hannappel –. Il Mezzogiorno è uno sviluppo possibile per l'Italia. Noi abbiamo cominciato con Taranto lo scorso anno, ma mi farebbe piacere portare più investimenti al Sud. Oggi viviamo un momento molto positivo per il Paese e la vera sfida è dare continuità alle azioni sempre più importanti e sempre più internazionali che riguardano gli investimenti e le attività che svolgiamo". Per il presidente e ad di Philip Morris Italia uno dei punti di forza dell'Italia è rappresentato dall'"inventiva". Se fino al 2016 la presenza in Italia di Philip Morris era abbastanza limitata, il cambiamento di vocazione aziendale da parte di Philip Morris con l'immissione sul mercato di prodotti di nuova generazione che devono essere dei sostituti per chi non vuole o non può smettere di fumare sigarette tradizionali ha riacceso l'interesse dell'azienda per il nostro Paese. Philip Morris – ha spiegato Hannappel – "ha iniziato con la ricerca e lo sviluppo e ha investito in 12 anni 8 miliardi di dollari. Una parte importante di questi investimenti è arrivata in Italia con l'inaugurazione nel 2016 del più grande stabilimento al mondo a Crespellano che con 1,1 miliardi investiti, rappresenta il maggiore investimento green field nel Paese degli ultimi 20 anni. Il più grande stabilimento costruito da zero in Italia che visto il coinvolgimento di 600 aziende italiane su 650". Lo stabilimento ha generato in 5 anni "oltre 30mila posti di lavoro" di cui "22.500 nell'agricoltura grazie agli accordi con il Mipaaf e l'acquisto del tabacco prodotto da mille coltivatori diretti italiani". Il prodotto ottenuto – ha proseguito Hannappel – "viene esportato in 40 Paesi del mondo, con un export che quest'anno supera, con uno stabilimento unico, quello dell'olio d'oliva, dei formaggi stagionati dei motorini, che sono grandi eccellenze del nostro Paese".




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