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Reddito di Cittadinanza, offerta congrua se lavoro a meno di 80 km dalla residenza

Economia
Reddito di Cittadinanza, offerta congrua se lavoro a meno di 80 km dalla residenza
(Teleborsa) - Per definire "congrua" un'offerta di lavoro occorrerà che il luogo di lavoro disti al massimo "80 km dalla residenza" o possa essere raggiunto in 100 minuti con mezzi pubblici. Il vincolo territoriale entra nella nuova bozza di manovra e si aggiunge ai nuovi paletti previsti dal Governo per riformare il Reddito di Cittadinanza e definirne i termini per la sua interruzione. Si decade dal Reddito di Cittadinanza infatti dopo due proposte di lavoro congrue rifiutate, ma anche se non ci si presenta "almeno ogni mese", senza "comprovato giustificato motivo", presso un Centro per l'impiego (Cpi). Il vincolo territoriale salta dalla seconda offerta: è congrua da qualsiasi luogo arrivi in territorio italiano. Quanto al "decalage", ossia la decurtazione economica all'assegno mensile, partirà dalla prima offerta congrua rifiutata e non dal sesto mese.



Il taglio dell'assegno sarà quindi legato all'accettazione o meno di un'offerta di lavoro e non sarà automatico: prima di procedere entrerà in gioco anche un meccanismo di verifica per accertare che il beneficiario abbia effettivamente ricevuto e nel caso rifiutato l'offerta di lavoro, oltre ai meccanismi per facilitare l'incontro tra domanda e offerta.

Le modifiche scatteranno con la Legge di Bilancio, che rifinanzia il Reddito con un miliardo l'anno, ma in vista di una eventuale prossima revisione più strutturale della misura arrivano le proposte, dieci, messe nere su bianco nel primo Rapporto del Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di Cittadinanza, nato a marzo scorso al Ministero del Lavoro, previsto dalla legge istitutiva del Reddito. Proposte presentate dalla presidente della commissione, Chiara Saraceno, insieme al ministro del Lavoro. "Una base da cui il Parlamento può partire per una riflessione e per ulteriori integrazioni", ha spiegato Orlando.

Tra le misure suggerite dalla Commissione, quella di portare il periodo di residenza in Italia necessario per ricevere il Reddito di Cittadinanza a 5 anni (rispetto ai 10 anni necessari oggi, di cui gli ultimi 2 continuativi), la revisione della scala di equivalenza utilizzata dallo strumento per determinare la soglia di accesso al RdC e il suo importo nei nuclei familiari di diversa composizione migliorando le condizioni di accesso per le famiglie più numerose e con minori, la differenziazione del contributo per l’affitto in base alla dimensione del nucleo familiare, la revisione delle aliquote per il calcolo del reddito che concorre alla definizione dell'importo del RdC per chi lavora (passando dall'80% al 60% fino al raggiungimento del reddito esente da imposizione fiscale, 100% per l'eccedente tale soglia), introduzione di una maggiore flessibilità per quel che riguarda l'aspetto patrimoniale e ulteriori criteri per la definizione di offerta "congrua" (abbassando il limite contrattuale da 3 mesi a 1 mese).
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