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Sfratti, Consulta: sì a blocco ma non oltre 31 dicembre

Proroga "non è tollerabile"

Economia
Sfratti, Consulta: sì a blocco ma non oltre 31 dicembre
(Teleborsa) - Il blocco degli sfratti è una misura eccezionale e legittima ma non può andare avanti per sempre. Questa l'indicazione della Consulta nella sentenza 213/2021 con la quale è stata riconosciuta, da un lato, la legittimità delle misure di sostegno agli inquilini morosi - stabilita con il decreto Cura Italia e poi prorogata, prima con il Milleproroghe quindi con il decreto Sostegni - dichiarando non fondate le censure sollevate dai giudici dell'esecuzione dei tribunali di Trieste e Savona, evidenziandone però la natura transitoria.



Nel dettaglio, la proroga del blocco degli sfratti, decisa durante la fase più acuta dell'emergenza Covid, è una misura eccezionale, di "solidarietà economica", ed è destinata ad esaurirsi entro il 31 dicembre 2021 "senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale".

Nella sentenza si legge che, se all'inizio dell’emergenza la sospensione era generalizzata, con le successive proroghe - su cui si appuntavano i dubbi di legittimità costituzionale - il legislatore ne ha via via ridotto l'ambito di applicazione, operando un progressivo e ragionevole aggiustamento del bilanciamento degli interessi e dei diritti in gioco.

Non si fa attendere il commento di Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che si è espresso in merito alla sentenza della Consulta sul blocco degli sfratti, intervento considerato dannoso.

“Come era prevedibile, la lettura delle motivazioni della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato legittimo il blocco degli sfratti non ci ha minimamente convinti. Inutile entrare in dotte disquisizioni giuridiche: sulla – a nostro avviso palese – violazione della Costituzione italiana si sono ampiamente dilungati i giudici dei Tribunali di Trieste e Savona nelle rispettive ordinanze, anche sulla base delle argomentazioni portate dagli avvocati della Confedilizia.

La sostanza, stringendo all’osso la questione, è che per la Consulta – oltre che per il Parlamento e per gli ultimi due Governi – il “dovere di solidarietà economica sociale” esiste solo in capo ai proprietari, privati per quasi due anni del loro immobile e del loro reddito, senza alcun risarcimento da parte dello Stato e costretti persino a pagare spese e tasse”.

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