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Multinazionali estere in Italia, fatturato boom prima della pandemia

La fotografia dell'ISTAT

Economia
Multinazionali estere in Italia, fatturato boom prima della pandemia
(Teleborsa) - Nel 2019, il fatturato delle imprese a controllo estero ha registrato un incremento decisamente più ampio di quello del totale delle imprese residenti in Italia (+5% contro +0,8%). Competenza e specializzazione della forza lavoro sono tra i primi fattori di attrazione e persistenza in Italia. Lo ha reso noto l'Istat nel report "Struttura e competitività delle imprese multinazionali -2019".



Tra le controllate estere in Italia il 22,1% aveva in programma un incremento dei livelli di attività per il biennio 2021-2022, il 62,5% un mantenimento della dimensione economica, il 5,3% un ridimensionamento. Tra il 2020 e il 2021 il 52,5% dei principali gruppi multinazionali italiani dell'industria e dei servizi ha avviato investimenti di controllo all'estero, il 44,1% li ha progettati. I primi dieci paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia assorbono l'86,6% degli addetti, l'81,8% del fatturato, l'84,6 del valore aggiunto e il 77,4% della spesa in R&S.

Sono gli Stati Uniti il Paese con il più elevato numero di addetti a controllo estero in Italia (quasi 305 mila); seguono Francia (oltre 289 mila addetti) e Germania (oltre 203 mila addetti).

A livello settoriale la graduatoria cambia; la Francia è in testa nell'industria non manifatturiera (settore energetico ed estrattivo in particolare), con quasi 12mila addetti, seguita a notevole distanza dal Regno Unito con quasi 4mila addetti. Gli Stati uniti conservano il primato anche come principale paese di localizzazione degli investimenti italiani all'estero (oltre 161mila addetti nell'industria e quasi 71mila nei servizi); al secondo posto la Romania per l'industria, con quasi 93mila addetti impiegati, e il Brasile per i servizi, con oltre 69mila addetti.
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