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PNRR, Pagni (Ases): agricoltura sociale ha bisogno urgente di investimenti

Economia
PNRR, Pagni (Ases): agricoltura sociale ha bisogno urgente di investimenti
(Teleborsa) - In un'intervista a tutto tondo con Cinzia Pagni, presidente Ases, si parla di agricoltura sociale e di come questa potrebbe rappresentare un volano importante per la ripresa delle comunità rurali piegate dalla pandemia se solo si prevedessero i giusti investimenti.

Il PNRR ha destinato circa 6 miliardi di euro in complesso per l'agricoltura. In questa parte del piano ricorrono spesso le parole sostenibilità e biodiversità. Qual è lo spazio per l'agricoltura sociale?

"Avevamo e abbiamo ancora tanta speranza che il Recovery Plan italiano possa dare spazio e sostegno alla agricoltura sociale. Purtroppo analizzando nei particolari il PNRR, ci siamo accorti drammaticamente, della totale mancanza di risorse destinate ad un settore che può rappresentare un volano importante per la ripresa delle comunità rurali piegate dalla pandemia e dove la povertà sta avanzando più che altrove. L'agricoltura sociale che coalizza e integra queste comunità, ha bisogno urgente di investimenti, (ad oggi inesistenti) necessari per la vita delle persone che vogliono continuare ad abitare nelle zone rurali".


In Italia e all'estero Ases, che è la onlus di CIA, attraverso l'agricoltura sociale fa recupero e formazione. Un impegno che per essere sempre più efficace ha bisogno di risorse.

"Purtroppo devo dire che come altri governi europei, il nostro ha spesso disinvestito su quelle buone pratiche che creano ponti, dialogo e contaminazione culturali positive. Per integrare le diverse popolazioni bisogna fare di più, in Italia come all'estero, sul fronte della destinazione delle risorse, soprattutto dove ci sono le fragilità. Chi come noi opera in questo campo ha necessità di maggiore certezza nelle risorse per mantenere la continuità dell'azione che mettiamo in campo in sinergia con autorità e associazioni locali e con le altre ONG".

La progettualità di Ases negli ultimi mesi ha visto la nascita di una marchio di filiera per i prodotti di agricoltura sociale. Un obiettivo ambizioso ma di grande prospettiva.

"Assolutamente si. La riconoscibilità dei prodotti che vengono dai territori dove c'è diritto e integrazione deve essere di per se stessa, un marchio. Dal lavoro dei campi e dall'unione dell'agricoltura con le cooperative di persone fragili, nascono prodotti dal forte valore intrinseco. La comunità dimostra di apprezzare i prodotti a marchio "etico &sociale" per la loro genuinità e soprattutto per la facile riconoscibilità della provenienza. Anche le istituzioni devono dare un contributo concreto a questo tipo di produzione".

Un altro progetto importante di Ases riguarda la rigenerazione dei borghi rurali-montani all'insegna della sostenibilità. Avete individuato una miniera da cui estrarre valore per il turismo, il settore alimentare e anche per quello edilizio. C'è tanto lavoro da offrire.

"Quello dei borghi rurali e montani è un patrimonio inestimabile dell'Italia, oggi come in passato. Sulle aree interne, spesso addirittura bistrattate, si punta davvero poco ed è un grave errore. Ne parliamo sempre tanto e a sproposito, ma poi investiamo davvero poco. I borghi al contrario, potrebbero rappresentare un eccezionale strumento e una grande occasione, per il ripopolamento delle aree interne che stanno lentamente scomparendo con le loro tradizioni soprattutto di artigianato. La rigenerazione dei borghi può essere il simbolo della ripartenza del nostro paese".

La regolarizzazione dei lavoratori immigrati era tagliata su misura per il mondo dell'agricoltura. Quando potremo vederne gli effetti in particolare nella lotta al caporalato.

"La legge sul caporalato non sta dando i frutti sperati. Ci sono ancora vaste sacche di disuguaglianza nei diritti dei lavoratori , in particolare quelli del mondo agricolo. Le più sfruttate, manco a dirlo, sono le donne. Si deve intervenire subito nelle comunità locali, sviluppando le cooperative sociali strumenti necessari e indispensabili, di mediazione per riportare sotto un cono di luce, persone rimaste da troppo tempo invisibili".

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