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Inps, flessione nel quinquennio 2016-2020 del numero di beneficiari di assegni al nucleo familiare

Economia
Inps, flessione nel quinquennio 2016-2020 del numero di beneficiari di assegni al nucleo familiare
(Teleborsa) - Negli ultimi due anni del quinquennio 2016-2020 si è registrata una flessione per tutte le categorie di lavoratori del numero di beneficiari di assegni al nucleo familiare rispetto all’anno precedente, più contenuta nel 2019, molto più evidente nel 2020. È quanto segnalato dall'Inps in una nota. Riguardo la distribuzione per area geografica, nel 2020, come negli anni passati, la maggior parte dei beneficiari tra i lavoratori dipendenti del settore privato e tra i lavoratori domestici si è distribuita nelle regioni del Nord, mentre le restanti tipologie si sono concentrate nel Mezzogiorno: in particolare il 76,0% dei beneficiari dei lavoratori agricoli si è concentrato nelle regioni del Sud dell’Italia.

L’importo medio annuo dell’assegno nel 2020 per i lavoratori agricoli è risultato pari a 1.556 euro e si è confermato più alto rispetto alle altre tipologie di lavoratori. Inoltre, l’importo medio si conferma costantemente più elevato per il genere maschile, tranne per i pensionati del settore privato per i quali risulta pari a 700 euro/anno per le donne e 495 euro/anno per gli uomini.

Nel 2020, il numero di beneficiarie di indennità di maternità tra i lavoratori dipendenti del settore privato (compresi i lavoratori agricoli), che hanno iniziato nell’anno a percepire l’indennità è fortemente diminuito rispetto all’anno precedente (-6,7%) e sono risultate pari a circa 180.000; in controtendenza il numero di beneficiarie tra i lavoratori parasubordinati per i quali si registra un aumento negli ultimi due anni. Nella parte di Osservatorio dedicato al congedo parentale, per l’anno 2020 è stata introdotta una nuova variabile di classificazione (tipologia di congedo), che mette in evidenza il numero di beneficiari che nel corso dell’anno hanno usufruito del congedo parentale e/o del congedo Covid-19. In quest’ultima tipologia sono stati ricompresi tutti i lavoratori che si sono avvalsi di almeno un giorno di congedo Covid-19 tra tutte le tipologie previste dai diversi decreti emergenziali. Emerge, da questa analisi, che tra i lavoratori dipendenti, i beneficiari di congedi Covid-19 sono stati circa 291.000 con in media 17 giornate autorizzate; mentre i lavoratori autonomi (circa 11.000) e i lavoratori parasubordinati (circa 2.600), hanno beneficiato in media di 22 giornate.

Il 51% dei beneficiari (circa 147.000) di congedi Covid-19 tra i lavoratori dipendenti del settore privato sono donne e risiedono al Nord; complessivamente il 21% di uomini (circa 60.000) è ricorso a questa tipologia di congedo, solo il 3% di uomini si riferisce alle regioni del Sud e delle Isole. L’analisi delle varie tipologie di permesso permette di capire che solo nel prolungamento dei congedi parentali e nei congedi straordinari, c’è una prevalenza marcata di beneficiari di genere femminile pari rispettivamente al 79,2% e al 58,1%, mentre per le altre prestazioni emerge una sostanziale parità tra i due generi.
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