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Le ultime risposte al Covid: il vaccino Novavax e la pillola di Pfizer

Economia, Salute e benessere
Le ultime risposte al Covid: il vaccino Novavax e la pillola di Pfizer
(Teleborsa) - La Food and Drug Administration statunitense, l'autorità americana sui farmaci, ha dato il via libera al Paxlovid, la pillola anti Covid-19 di Pfizer. Si tratta del primo farmaco da poter assumere a casa contro il virus. Il trattamento orale prevede che i pazienti assumano una serie di pillole per diversi giorni e si pensa che possa contribuire ad alleviare la pressione sugli ospedali in un momento di forti rialzi dei contagi. Il governo statunitense ha ordinato 10 milioni di trattamenti della Pfizer e la società ha detto di essere pronta a dare "subito" inizio alle consegne. Il trial clinico ha mostrato che il farmaco di Pfizer riduce dell'89% i casi di ricovero per i pazienti che hanno ricevuto il farmaco entro tre giorni dai primi sintomi.

In Italia, invece, si attendono per gennaio le prime dosi di Novavax, il vaccino “tradizionale” a base proteica. Il nuovo vaccino sarà riservato a chi non si è ancora vaccinato. Dopo il via libera dell’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, lo ha infatti autorizzato come vaccino per le somministrazioni delle prime dosi e dunque non per i richiami. Una indicazione che a questo punto riserva l’impiego di questo nuovo antidoto contro il Covid, il quinto autorizzato finora, per chi deciderà di immunizzarsi tra i 6 milioni di italiani che finora hanno deciso di non vaccinarsi.



Per Novavax è previsto un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l'una dall'altra. Nuvaxovid, questo il nome commerciale, si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti, già usata da decenni per altri vaccini, come quello già in uso contro l’epatite B e il papilloma virus. Il vaccino contiene la proteina Spike, che si trova sulla superficie delle cellule del virus ed è un “adiuvante”, in grado di stimolare la risposta immunitaria. I dati disponibili sul vaccino Nuvaxovid , ha rilevato la Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia, hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni.
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