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Istat, 10,6 milioni di famiglie hanno ricevuto aiuti con crisi Covid

Economia
Istat, 10,6 milioni di famiglie hanno ricevuto aiuti con crisi Covid
(Teleborsa) - Il 2020, anno di inizio della pandemia, è stato caratterizzato da eccezionali cambiamenti economico-sociali. Un drastico calo dell'attività collegato al lockdown si è tradotto in una caduta dell'occupazione e in un aumento dell'inattività, che gli interventi del governo hanno mitigato, offrendo un sostegno al redito per milioni di famiglie. E' la fotografia scattata da un report dell'Istat relativo all'anno dello scoppio della crisi sanitaria.



Boom dell''inattività indotto da lockdown

Considerando il mercato del lavoro, nel 2020 si è registrata una forte contrazione del numero di occupati (-464 mila individui) ed anche dei disoccupati (-269 mila) rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento degli inattivi (+567 mila). La caduta del tasso di occupazione dal 59% al 58,1% è stata accompagnata dal un calo del tasso di disoccupazione dal 10,2% al 9,4% e da un consistente incremento del tasso di inattività dal 34,3% al 35,9%.

La diminuzione della disoccupazione ed il contestuale aumento dell'inattività si sono rivelati più accentuati nelle fasce più basse di reddito, mentre nel quinto centrale di reddito, la riduzione del tasso di occupazione (dal 61,6% al 60%) è stata compensata quasi totalmente da un incremento del tasso di inattività (dal 33,1% al 34,7%).

Aiuti a pioggia per mitigare l'impatto della crisi

Per effetto delle misure introdotte dal Governo, risulta che circa 10,6 milioni di famiglie (il 40,7% del totale) hanno ottenuto almeno un trasferimento e che, fra le famiglie beneficiarie, il 15,2% ha ricevuto più di un tipo di sussidio.

Tra le famiglie beneficiarie, l’84,3% ha percepito solo sussidi legati all’attività lavorativa (indennità per lavoratori autonomi e atipici, CIG, bonus lavoratori domestici e bonus baby-sitting), il 12,7% solo sussidi di contrasto alla povertà (Reddito e Pensione di Cittadinanza, Reddito di emergenza) e il 3% entrambe le tipologie.

Più in dettaglio, il 55,4% delle famiglie beneficiarie ha ricevuto esclusivamente sostegni al reddito preesistenti, quali CIG e RdC, il 32,3% solo misure disegnate per l’emergenza Covid-19 (indennità per lavoratori autonomi e atipici, bonus lavoratori domestici, bonus baby-sitting, REM) e il 12,3% ha percepito entrambe le tipologie.

Ecco chi ha usufruito delle varie misure

Analizzando le misure principali, si stima che per il 44,5% dei lavoratori dipendenti (non agricoli) sia stata utilizzata almeno un’ora in CIG. La quota raggiunge il 51,3% per i lavoratori a tempo indeterminato, con forti concentrazioni nei settori delle costruzioni e degli alberghi e ristoranti (oltre il 70%). Rispetto alla distribuzione del reddito, la percentuale di percettori di CIG è maggiore nei tre quinti centrali (oltre 47%).

L’indennità per i lavoratori autonomi e atipici ha riguardato il 10,8% della popolazione in età attiva, con incidenze più elevate nel quinto più povero (13,6%) e in alcuni settori, quali agricoltura (65,2%), costruzioni (30%), alberghi e ristoranti (29,2%) e commercio (26,5%).

Il 75,5% delle famiglie beneficiarie del RdC è collocato invece nel quinto di reddito più povero. Il Reddito di emergenza, la misura emergenziale di contrasto alla povertà, ha coinvolto il 62,4% delle famiglie appartenenti al quinto più povero.

Il Reddito di emergenza ha coinvolto una quota più ampia di famiglie con individui di cittadinanza non italiana (24,3%) rispetto al Reddito di cittadinanza (14,4%).




(Foto: © Giuseppe Porzani / 123RF)
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