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ENI, ok della Corte dei Conti sulla gestione 2020: bilancio in equilibrio nonostante la pandemia

Economia, Energia
ENI, ok della Corte dei Conti sulla gestione 2020: bilancio in equilibrio nonostante la pandemia
(Teleborsa) - La Sezione controllo enti della Corte dei conti ha approvato la relazione sulla gestione 2020 di ENI. Le analisi della Corte hanno evidenziato che nel 2020, in un contesto economico mondiale fortemente influenzato dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni su mobilità, produzione e servizi, ENI ha avviato interventi volti a garantire la continuità delle attività, rafforzare la resilienza finanziaria e la solidità patrimoniale, nonché prevenire, per mitigarli, gli effetti del contagio in ambito lavorativo.



Malgrado una contrazione 2019 delle entrate di cassa di circa 6 miliardi di euro rispetto alle previsioni, la società è riuscita a generare un flusso di cassa adjusted di 6,7 miliardi, autofinanziando così il 100% degli investimenti organici rimodulati a 5 miliardi, con un surplus di 1,7 miliardi. Sul fronte costi/investimenti, ENI ha proceduto alla revisione dei piani di breve-medio termine, operando nel biennio 2020-2021 un contenimento della spesa di 8 miliardi. Grazie anche a questo, rileva la magistratura contabile, la società è riuscita a chiudere il bilancio in equilibrio, con l’indice di solidità patrimoniale confermato allo 0,3 e il livello di indebitamento rimasto costante rispetto a fine 2019, in virtù del primo collocamento di due bond ibridi, pari a 3 miliardi complessivi.

Sul versante economico-finanziario, ENI spa chiude l’esercizio 2020 con un utile netto di 1.607 milioni rispetto ai 2.978 del 2019 (-1.371 milioni) e un patrimonio netto attestatosi a 44.707 milioni, in aumento del 7,38% rispetto ai 41.636 milioni del 2019: variazione riconducibile, oltre che all’utile d’esercizio, all’emissione obbligazionaria subordinata perpetua di 3.000 milioni. Il Gruppo ha registrato una perdita netta di competenza pari a 8.628 milioni, in controtendenza rispetto ai 155 milioni di utile del 2019: risultato da imputarsi all’ingente riduzione dei ricavi per effetto di prezzo e minori volumi di produzione del petrolio conseguenti al taglio degli investimenti alle quote produttive OPEC+ e della riduzione di domanda di gas, anche in conseguenza del COVID-19.

La gestione operativa del Gruppo registra una perdita di 3,3 miliardi, nonostante una consistente riduzione dei costi, unita ad altre iniziative di contrasto agli effetti pandemici. Il patrimonio netto del Gruppo, diminuito di 10.424 milioni, soprattutto in virtù del decremento dell’utile d’esercizio (- 8.783 milioni), passa dai 47.839 milioni del 2019 ai 37.415 del 2020. L’indebitamento finanziario netto a fine 2020 è pari a 16.586 milioni, in calo di 539 milioni rispetto al 2019. Il flusso di cassa netto da attività operativa è di 4.822 milioni, in flessione del 61% rispetto al all’anno precedente (12.392 milioni).

Va comunque osservato - rilevano i giudici contabili - che i risultati consolidati del Gruppo al primo semestre 2021 evidenziano un risultato netto adjusted positivo per 1.199 milioni, grazie alla migliore performance operativa ed alla normalizzazione del tax rate (58% nel semestre) dovuta al miglioramento dello scenario upstream ed alle migliori previsioni reddituali delle attività green in Italia. I risultati consolidati del terzo trimestre e dei primi nove mesi del 2021 confermano il trend di crescita delle performance economico finanziarie.

Il Piano strategico di medio termine (Piano operativo 2020-2023) e quello di lungo termine adottati nel 2020 hanno delineato la strategia di transizione energetica al 2050 in un percorso evolutivo e integrato dei singoli business, con indicazione degli obiettivi operativi al 2035 e 2050. Tale strategia, aggiornata nel 2021 con il nuovo Piano a lungo termine e il Piano d’azione 2021-2024, persegue la progressiva riduzione dell’impronta carbonica delle attività, sino al raggiungimento della totale decarbonizzazione (Scope 1, 2 e 3), legata al ciclo di vita dei prodotti e dei processi, entro il 2050.
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