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Piazza Affari, Mid Cap soffrono di più costi energia e problemi forniture

Finanza
Piazza Affari, Mid Cap soffrono di più costi energia e problemi forniture
(Teleborsa) - Da gennaio 2022 il FTSE Mid Cap e lo STAR hanno registrato una marcata sottoperformance rispetto al FTSE MIB, mentre l'Euronext Growth Milano e il FTSE Small Cap sovraperformano l'indice a maggiore capitalizzazione. Secondo un'analisi di AcomeA, le Mid Cap soffrono maggiormente rispetto alle Large Cap in quanto sono rappresentate per la maggior parte da aziende manifatturiere, quindi energivore e con un maggior rischio per i margini prospettici. Con la situazione attuale, sono tre i fattori che mettono a rischio i margini: aumento del costo dell'energia, aumento del costo delle materie prime e dei componenti, aumento dei costi di trasporto.

Se il costo dell'energia e delle materie prime è un fattore mediamente comune per tutte le aziende, non è così per il costo dei trasporti: avere siti produttivi in Italia o in area euro, rispetto ad averli al di fuori dei confini europei (o addirittura nei Paesi oggetto di conflitto), può essere un vantaggio competitivo nel medio periodo. AcomeA ha calcolato che mediamente le principali aziende del mercato Euronext Growth Milano (EGM) hanno siti di produzione quasi interamente collocati in Italia (80%), pur esportando in tutto il mondo. Questo non vale, invece, per lo STAR, dove ci sono aziende più strutturate e con caratteristiche da multinazionali, che, oltre ad esportare in tutto il mondo, producono anche in tutto il mondo (47% in area non-euro).

"Dunque, nel prossimo futuro, la parola d'ordine per le aziende italiane sarà sempre più "reshoring" e controllo delle catene di fornitura - ha commentato Antonio Amendola, gestore del fondo AcomeA PMItalia ESG di AcomeA SGR - In un simile contesto, la sostenibilità assume connotati sempre più strategici per le aziende italiane: un’attenta analisi di dove e come si produce, unita allo studio di dove e come producono i fornitori, è sempre più centrale nella valutazione aziendale".



In un contesto di elevata volatilità come quello attuale, secondo il gestore di AcomeA "è bene avere chiare le caratteristiche delle aziende che si vogliono avere in portafoglio". Le caratteristiche aziendali da tenere presenti sono: esposizione geografica dei propri prodotti che non dipende dall’Est Europa o dalla Cina; catena di fornitura interamente italiana o, al più, in area euro; capacità di ribaltare i prezzi e/o i contratti indicizzati all’inflazione delle materie prime; solida posizione di cassa; capacità di distribuire dividendi o fare buyback. Amendola elenca anche alcuni titoli che rispecchiano, del tutto o in parte, queste caratteristiche: ABP Nocivelli (EGM, Industriali), Take Off (EGM, Consumer), FOS (EGM, Tecnologici), The Italian Sea Group (EGM, Industriali), Openjobmetis (MTA, Industriali), Doxee (EGM, Tecnologici).

"A livello aziendale molte sono le sfide che derivano dai mutamenti geopolitici in atto ed è quindi sempre più difficile preservare i livelli di marginalità storica e raggiungere i target fissati - ha affermato Amendola - In questo scenario, inoltre, l'attenzione alla sostenibilità, intesa come analisi profonda del come e del dove le aziende e i propri fornitori operano, assume caratteri strategici per le nostre PMI e per il nostro paese".

(Foto: © Luca Ponti | 123RF)
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