(Teleborsa) - Le
imprese italiane che si sono dotate di
modelli di governance più evoluti "hanno
tenuto meglio nel periodo della pandemia, e hanno saputo valutare più correttamente i rischi derivanti dall'internazionalizzazione, investendo maggiormente nei paesi più sicuri". Lo sostiene il
Report 2022 del Corporate Governance Lab della SDA Bocconi, realizzato con il contributo di PwC TLS,
Banca Generali e NUO. Il rapporto considera il biennio 2018-2020 e analizza tutte le 5.398 imprese italiane con fatturato superiore ai 50 milioni di euro, monitorandone la governance e l'assetto proprietario.
Per ciascuna impresa è calcolato l'
indice di corporate governance (ICG), elaborato sulla base di cinque parametri: esistenza di un CdA, leadership individuale (ossia presenza di un solo leader esecutivo), presenza di consiglieri esterni, separazione delle cariche di presidente e amministratore delegato e diversity del CdA. Tutti i parametri si sono mossi in senso positivo: la
diversity è aumentata in 229 imprese, il CdA è stato introdotto ed è stato aperto a
consiglieri esterni rispettivamente in 79 e 182 casi. Hanno
separato le cariche di presidente e amministratore delegato 377 imprese, e 251 sono passate a una leadership individuale. Le imprese con un ICG in crescita sono state 771, il 14% del totale.
Dal report 2022 è emerso che, per quanto nel periodo considerato le imprese italiane mediamente abbiano perso l'8,4% del
fatturato, le imprese in cui l'ICG è migliorato hanno perso 2,3 punti in meno rispetto a quelle in cui è peggiorato. In queste ultime, nel 2020, è più frequente che si manifesti una
perdita (+7,1 punti percentuali rispetto ai +5,2 p.p. delle imprese con indice stabile e +4,4 p.p. delle imprese con indice in miglioramento).
Inoltre, nn miglioramento dell'indice è associato anche a una
maggior probabilità di distribuire dividendi. Un punto aggiuntivo di indice infatti porta a un aumento addirittura del 14,9% della probabilità di pagare dividendi. Inoltre, un punto aggiuntivo di indice si accompagna a una diminuzione del 7,4% della necessità di ricorrere a misure statali di sostegno. Infine, le imprese con ICG più elevato hanno il 2,22% di possibilità di essere presenti nei
paesi a basso rischio politico ma solo lo 0,86% in quelli ad alto rischio politico, mentre per quelle con indice ICG più basso avviene il contrario.