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Gas, un piano da 25 miliardi di metri cubi per liberarsi dalla Russia entro il 2025

Economia
Gas, un piano da 25 miliardi di metri cubi per liberarsi dalla Russia entro il 2025
(Teleborsa) - Il governo sta lavorando a un piano per assicurarsi una fornitura di 25 miliardi di metri cubi per l'inverno 2024-2025 e fare a meno delle importazioni dalla Russia. Ne ha parlato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante l’ultima informativa sui costi dell’energia, martedì 3 nell’aula della Camera.

Innanzitutto è previsto l'arrivo di più gas dai gasdotti già operanti che arrivano da Sud. Nel dettaglio, i volumi passeranno dai 2 miliardi di metri cubi che sono previsti per la seconda metà del 2022 fino ad arrivare nel 2025 a 11,9 miliardi di metri cubi. Si guarda soprattutto al gas in più legato all’accordo siglato nelle scorse settimane in Algeria dall’Eni: da quel fronte arriveranno 9 miliardi già dalla seconda metà del 2024, ai quali vanno affiancati anche gli 1,4 miliardi di metri cubi in più di gas dai giacimenti nazionali (in primis, i campi di Argo e Cassiopea di Eni) e gli ulteriori 1,5 miliardi assicurati dal Tap. Proprio il Tap ha fatto registrare numeri record raggiungendo ad aprile la media mensile più alta di sempre: 28 milioni di metri cubi al giorno che, proiettati su base annuale, permetterebbero di arrivare fino a 2 miliardi di metri cubi in più solo per l’Italia.

Poi c’è il capitolo Gnl. In questo campo la previsione è di passare grazie ad accordi con fornitori diversi dalla Russia da 1,5 miliardi di metri cubi in più nel secondo semestre dell’anno a 12,7 miliardi di metri cubi nel 2025: questo grazie a Egitto (3,5 miliardi), Congo (4,6 miliardi), Qatar (1,4 miliardi), Angola (1 miliardo) e altri Paesi (Mozambico, Nigeria, Indonesia, Mozambico, Libia, solo per citare i principali), da dove giungerebbero, da qui ai prossimi tre anni, altri 2,2 miliardi di metri cubi.

L'ultimo tassello riguarda invece il fronte del risparmio. L'obiettivo è quello di arrivare consumare fino a 10,9 miliardi di metri cubi in meno grazie ad un insieme di misure volte proprio alla diversificazione delle fonti e alla riduzione dei consumi. Nello specifico si tratta di quattro interventi: l’annunciata massimizzazione delle 4 centrali a carbone ancora accese (in modo da conseguire già, nei prossimi sei mesi, 1,1 miliardi di risparmi in termini di mancato utilizzo del gas), le misure di contenimento dei consumi termici e di quelli elettrici (dalle quali potrebbe arrivare un ulteriore risparmio per 3 miliardi di metri cubi). Infine le rinnovabili, che secondo il ministro potrebbero ridurre la domanda complessiva di gas di circa 1 miliardo di metri cubi ogni 10 terawattora installati.



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