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A 60 anni dalla sua scomparsa l’Accademia dei Lincei ha ricordato Luigi Einaudi

Economia
A 60 anni dalla sua scomparsa l’Accademia dei Lincei ha ricordato Luigi Einaudi
(Teleborsa) - L’Accademia Nazionale dei Lincei ha ricordato oggi Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica Italiana, Governatore della Banca d’Italia, economista di fama mondiale e straordinario progettista della costruzione europea nel convegno “Luigi Einaudi. Eredità e attualità dopo 60 anni”, in occasione dei 60 anni dalla sua scomparsa. Il convegno, coordinato dal Presidente Emerito dell’Accademia dei Lincei Alberto Quadrio Curzio, ricorda Einaudi non solo nella veste di Capo dello Stato ma anche come colui che con Benedetto Croce rifondò, dopo il fascismo, l’Accademia dei Lincei della quale fu vicepresidente e presidente della Classe di Scienze Morali. All’evento hanno partecipato , tra gli altri, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, il presidente dell’Accademia dei Lincei Roberto Antonelli, il presidente della Fondazione Luigi Einaudi Domenico Siniscalco.

Il convegno ha visto la riflessione degli economisti sull’opera di Einaudi sotto il profilo delle istituzioni economiche europee, della gestione economica, filosofica, politica e istituzionale, dibattendo anche dei rapporti tra Croce ed Einaudi, e del suo operato come Presidente della Repubblica. Fu Einaudi, infatti, a volere l’articolo 87 della Costituzione secondo il quale il capo dello Stato rappresenta l’unità nazionale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare Einaudi inviando un messaggio al Presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli.

“Il convegno che l'Accademia Nazionale dei Lincei ha promosso sulla figura di Luigi Einaudi, a sessant'anni dalla morte, consente di porre in luce come la sua eredità costituisca un patrimonio cospicuo di valori, di comportamenti e di scelte che hanno alimentato la coscienza civile del nostro Paese. Luigi Einaudi è stato un liberale con acuta sensibilità sociale, un economista di straordinaria cultura e competenza, capace di cogliere i riflessi sulla società delle politiche monetarie, fiscali e di bilancio, un uomo delle istituzioni orientato alla edificazione dello Stato democratico, sempre attento alle libertà delle persone e dei corpi sociali intermedi. La Repubblica gli deve molto, e non meno gli deve la cultura italiana, di cui è stato protagonista creativo e autorevole. Insieme con altri uomini di Stato ha saputo radicare e rafforzare la democrazia realizzata dalla Liberazione. Lo ha fatto da Presidente della Repubblica, da Governatore della Banca d'Italia, da Ministro, da Parlamentare, da Accademico”, ha dichiarato Mattarella.

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