(Teleborsa) -
Meglio del previsto la fiducia delle imprese e delle famiglie a maggio. E' quanto afferma
Paolo Mameli, economista della Direzione studi e ricerche di
Intesa Sanpaolo, commentando il dato pubblicato dall'Istata questa mattina.
Il
morale delle famiglie è rimbalzato a 102,7 da 100 ad aprile - sottolinea l'esperto - ma resta
lontano dal recuperare il calo registrato all’indomani dello scoppio della
guerra in Ucraina (a febbraio l’indice si attestava a 112,4). Tutte le principali componenti dell’indagine hanno mostrato un recupero rispetto ai livelli del mese scorso, in particolare il clima economico nazionale (in maggior misura rispetto alla situazione personale degli intervistati) e la situazione attuale (più che le aspettative per il futuro).
I timori di disoccupazione sono diminuiti: il
mercato del lavoro non sembra essere
influenzato dalla guerra, per ora. Tuttavia, la situazione economica prevista del Paese - prosegue Mameli - è ulteriormente peggiorata, e i giudizi sulla situazione finanziaria delle famiglie non sono affatto migliorati.
Anche l’indice composito Istat del
clima di fiducia delle imprese è rimbalzato a maggio, a 110,9 da 108,4 di aprile, tornando circa in linea con il livello precedente la guerra (l’indice si attestava a 111 a febbraio). Come ampiamente previsto, il recupero di maggio è dovuto ai
servizi e al
commercio al dettaglio (rispettivamente a 103,6 da 97,2, e a 105,5 da 103,6), entrambi tornati al di sopra dei livelli dello scorso febbraio, grazie al minor rischio sanitario e al recupero della mobilità personale. Il morale è invece sceso nel settore delle
costruzioni, a 158,7- sottolinea l'economista - ma si tratta in qualche modo di una
correzione "fisiologica" dopo che l’indice ad aprile aveva toccato un massimo storico assoluto (a 160,6). Nel settore
manifatturiero, la fiducia delle imprese è
scesa per il sesto mese consecutivo, a 109,3 da 109,9 di aprile: si tratta di un minimo da aprile dello scorso anno.
"Gli
effetti della guerra cominciano a
pesare tangibilmente sul settore industriale dove la fiducia delle aziende è in deterioramento ma appare lontana da un crollo; peraltro l’industria è il settore più colpito dal
nuovo shock, ma parte da livelli di attività ampiamente espansivi", ammette l'espetto di Intesa, aggiungendo che "oggi l’Istat ha comunicato che l’indice destagionalizzato del fatturato industriale è cresciuto del 2,4% m/m a marzo, toccando un massimo dall'inizio della serie storica (gennaio 2000); rispetto a un anno prima, il fatturato a marzo risultava in crescita di 21,4% in termini nominali, e di 6,1% al netto dell’effetto-prezzi".
(Foto: © Veerasak Piyawatanakul)