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UGL, Capone: "No a legge sul salario minimo. Necessario rafforzare CCNL e ridurre cuneo fiscale"

Per segretario generale del sindacato la misura rischia di "indebolire la contrattazione" e "favorire un pericoloso allineamento al ribasso delle retribuzioni e delle tutele per i lavoratori"

Economia
UGL, Capone: "No a legge sul salario minimo. Necessario rafforzare CCNL e ridurre cuneo fiscale"
(Teleborsa) - "Le radicali trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, l'instabilità dello scenario internazionale e il peggioramento del quadro economico impongono provvedimenti di natura straordinaria per evitare ricadute drammatiche sul piano occupazionale. In tale contesto, si inserisce la discussione relativa all'innalzamento dei salari. Come UGL, da tempo sosteniamo la necessità di rafforzare il potere d'acquisto delle retribuzioni dei lavoratori attuando il diritto ad una retribuzione equa come sancito dall'art.36 della Costituzione". È afferma Paolo Capone, segretario generale UGL, in merito al dibattito sull'introduzione per legge di un salario minimo orario.

"Un primo intervento, in tal senso, – prosegue Capone – dovrebbe riguardare il taglio del cuneo fiscale che renderebbe immediatamente disponibili maggiori risorse in busta paga. C'è da aggiungere, inoltre, che è necessario il rinnovo dei contratti collettivi con una detassazione totale della quota di aumento. Bisogna tutelare il valore di uno strumento centrale come il contratto collettivo nazionale che, peraltro, definisce aspetti fondamentali come l'organizzazione e l'orario di lavoro, la progressione di carriera, la previdenza e il welfare che complessivamente contribuiscono, insieme alla retribuzione, al rispetto del dettato costituzionale in merito alla giusta retribuzione. Giova ricordare che, a differenza di altri Paesi europei, la contrattazione in Italia copre circa il 90% dei settori lavorativi. L'introduzione per legge di un salario minimo orario, oltre a indebolire la contrattazione, favorirebbe un pericoloso allineamento al ribasso delle retribuzioni e delle tutele per i lavoratori e non risolverebbe il problema del lavoro sommerso. Per tali ragioni, come UGL, – conclude Capone – chiediamo al presidente Draghi di convocare quanto prima un tavolo fra governo e parti sociali per discutere di politiche dei redditi, riduzione del cuneo fiscale e di un nuovo modello di relazioni industriali fondato sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese".
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