(Teleborsa) -
Continuano a salire i rendimenti obbligazionari sull'attesa di un
aumento dei tassi da parte della BCE a luglio, anche se gli analisti restano divisi sull'ammontare di
25 o 50 punti base, che probabilmente verrà a dipendere dalle dinamiche inflazionistiche da qui al mese di luglio. Nonostante il rialzo corale dei bond sovrani, per tener conto dei nuovi scenari di politica monetaria, si ripropone una
dicotomia sui rendimenti dei bond dell'Eurozona che tende a privilegiare quelli più sicuri
a scapito di quelli periferici.
Il rendimento del
BTP a 10 anni ad esempio è volato
sino al 3,42%, a fronte di un rendimento del più sicuro
Bund tedesco all'1,32%. Una dinamica che ha fatto allargare lo
Spread sino a 209 punti, a conferma della volatilità e dell'incertezza che permeano gli scambi sui mercati europei, tanto che il Financial Times parlava ieri di un nuovo intervento dello scudo salva-spread della BCE.
La
BCE si riunirà
questa settimana, ma non sono attese per ora
manovre sui tassi di interesse, collocate temporalmente
a luglio secondo le indicazioni fornite dalla Presidente Christine Lagarde e da altri membri del Board. In ogni caso l'Eurotower potrebbe rilevare una situazione di
eccessiva tensione sui mercati, tale da
giustificare l'operatività dello scudo anti-Spread mediante acquisto dei soli bond esposti, come il BTP italiano, che sconta l'alto debito pubblico del Paese. Una decisione giustificata dalla flessibilità che caratterizza l'attuale politica monetaria.
A proposito dei
tassi, gli analisti di
Generali Investment ritengono più
probabili quattro rialzi consecutivi dei tassi di 25 punti base (luglio, settembre, ottobre e dicembre) ed escludono un rialzo di 50 punti il mese prossimo. Attese che fanno perno sui dati dell'inflazione, balzata a maggio al nuovo record dell'8,1% anno su anno, quattro volte superiore all'obiettivo della BCE, e sulla crescita dei salari che ha accelerato al 2,8% su base annua nel 1° trimestre, il valore più alto in oltre 10 anni. Si tratta di uno dei parametri chiave che il Consiglio Direttivo esamina per valutare gli effetti ritardati dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Inoltre vengono considerate le aspettative di inflazione di mercato a medio termine, attualmente superiori al 2% e la previsione di inflazione media nei prossimi cinque anni, al 2,1%.