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Energia, Signorini (Bankitalia): "Evitare vana rincorsa fra prezzi e salari"

Economia
Energia, Signorini (Bankitalia): "Evitare vana rincorsa fra prezzi e salari"
(Teleborsa) - C'è inflazione ed inflazione ma, guai a innescare una crescita dei prezzi consistente e protratta nel tempo, nel tentativo di ripristinare il potere d'acquisto delle famiglie tramite una "ricorsa prezzi-saliari". L'avvertimento arriva dal direttore generale della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini, nel suo intervento 'Scelte per lo sviluppo sostenibile, tra emergenza e transizione'.

"L'inflazione si scatenerebbe se, nell'illusione di recuperare individualmente il potere d'acquisto che la collettività nel suo insieme ha perduto ognuno (famiglie, imprese) cercasse di volta in volta di ridefinire il proprio reddito nominale, dando il via a quella che il Governatore, parlando nel contesto della politica monetaria europea, ha definito una 'vana rincorsa' tra prezzi e salari", spiega Signorini, distinguendo fra aumenti dei prezzi temporanei e duraturi.

"Vana, perché l'aumento dei salari impattando sui costi delle imprese - anch'essi gravati dall'aumento del costo dell'energia - provocherebbe a sua volta un nuovo giro di aumenti dei prezzi; e viceversa, in modo simmetrico. Si rischia di non fermarsi più", avverte di il direttore dell'Istituto di Via Nazionale.

Signorini fa cenno anche all'esperienza degli anni Settanta che dimostra come come l'inflazione protratta non sia "conseguenza inevitabile di uno shock esterno sui prezzi degli input". "In Italia, questo allora accadde, perché il Paese non seppe guardarsi dall'illusione monetaria. - ricorda il direttore - In altri paesi europei fu diverso, e l'effetto dello shock petrolifero assomigliò di più a un incremento dei prezzi una tantum che all'innesco di un processo inflativo poi difficile da domare".

Parlando della dinamica dei prezzi relativi e delle misure di contrasto assunte dal governo, Signorini sottolinea che "al di là di provvedimenti di emergenza adottati per smussare 'punte' temporanee, è bene che l’intervento pubblico che mira a mitigare gli effetti della crisi assuma, più di quanto non ha già fatto, la forma di un soccorso al reddito dei più colpiti e di un aiuto alla transizione; meno la forma di contrasti agli aumenti di prezzo. Dobbiamo certamente sostenere chi è in difficoltà; ma dovremmo anche lasciare agire, per quanto ragionevolmente possibile, il segnale rappresentato dei prezzi relativi".

"Le azioni di mitigazione - precisa ancora - trovano un limite anche nella necessità di preservare gli equilibri della finanza pubblica. Ragione di più per evitare ristori generalizzati e per concentrare le sovvenzioni su chi ne ha veramente bisogno".

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