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PIL, Confcommercio: "A giugno calo dello 0,3% ma consumi in crescita del 3,4%"

Per tornare ai livelli pre-covid bisognerà aspettare la fine del 2023

Economia
PIL, Confcommercio: "A giugno calo dello 0,3% ma consumi in crescita del 3,4%"
(Teleborsa) - L'economia italiana post Covid sembra reggere l'urto della crisi internazionale e, dopo un primo trimestre 2022 positivo, contro ogni previsione chiude anche il secondo con una crescita stimata di mezzo punto percentuale. È quanto emerge dalla Congiuntura Confcommercio di giugno. "Il 3% di variazione del PIL nell'anno in corso può diventare un obiettivo raggiungibile, sebbene non scontato. La ricetta che accomuna questi piccoli miracoli – commenta il direttore dell'Ufficio Studi della Confederazione Mariano Bella – potrebbe essere stata la buona cooperazione tra settore privato e controparte pubblica. Le istituzioni, insomma, hanno giocato e fatto giocare una partita che si sta svolgendo favorevolmente. Motivo in più per proseguire nella collaborazione, magari sempre più mirata, selettiva, efficace".

Inflazione e spese obbligate "pesano" sul futuro sulle famiglie – "Nonostante il buon risultato del trimestre – prosegue Bella – nei mesi di maggio e giugno il PIL ha mostrato, secondo le nostre stime, una tendenza alla riduzione (-0,3% in termini congiunturali), dinamica che ha portato a giugno ad una variazione del 2,1% nel confronto annuo. I consumi, misurati nella metrica dell'ICC, sono in crescita (+3,4% su maggio del 2021), sospinti dall'incremento della propensione al consumo dovuto alla fortissima voglia di ritorno alla normalità da parte delle famiglie dopo la pandemia e nonostante la guerra alle porte dell'Europa. Ma, nel complesso, è una crescita eterogenea. In linea con quanto rilevato ormai da alcuni mesi anche a maggio 2022 la domanda si è orientata principalmente verso il recupero della componente relativa ai servizi (+18,3% nel confronto annuo) soprattutto quelli legati al turismo, che comincia a beneficiare anche del ritorno degli stranieri, e al tempo libero. Per i beni (-1,4% su maggio 2021) la situazione appare più complessa con settori in piena crisi, come l'automotive, ed altri, come l'abbigliamento e le calzature e alcuni durevoli per la casa, in cui la ripresa è alterna e stentata. Per gli alimentari la riduzione è da ricollegarsi sia ad un effetto sostituzione con i consumi fuori casa sia a comportamenti più prudenti delle famiglie, soprattutto di quelle a basso reddito, in considerazione dell'accentuarsi delle tensioni inflazionistiche su alcuni beni. Sulla base delle nostre stime, a giugno si dovrebbe registrare, rispetto a maggio, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,5% con una variazione del 7,3% su base annua. Allo stato attuale i comportamenti delle famiglie non sembrano risentire in pieno della fiammata inflazionistica, ma presto l'effetto dei maggiori prezzi sul reddito reale e sul potere d'acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida si farà vedere. Le spese obbligate sono destinate ad incrementare la loro quota dentro il budget delle famiglie; ne soffriranno, di conseguenza, i consumi liberi che in molti casi sono ben lontani dall'avere recuperato i livelli pre-pandemici". Per Confcommercio c'è il rischio che quanto si temeva per la prima parte del 2022 sia solo rimandato alla seconda parte, in particolare dal prossimo mese di settembre quando, finito l'effetto delle vacanze estive, si tornerà a fare i conti con i costi dell'inflazione.

Pil mensile – Ad aprile 2022 la produzione industriale, dopo la sostanziale stasi di marzo, ha registrato una crescita dell'1,6% su base mensile. Il confronto su base annua registra un incremento del 3,7%. Nello stesso mese la tendenza al recupero dei livelli occupazionali ha mostrato una battuta d'arresto, con una diminuzione dello 0,1% su marzo. Nel confronto con lo stesso mese del 2021 la variazione è del +3%.
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