(Teleborsa) - La
delega fiscale dopo il via libera della Camera si appresta a passare al
Senato. Oltre alla riforma del
catasto si punta a delineare i pilastri di una riforma che mira a ridurre le aliquote Irpef a partire dai redditi medio-bassi, introdurre il cashback fiscale (con priorità alle spese socio-sanitarie), superare l’Irap e razionalizzare l’Iva. L'impianto complessivo resta ancora sulla carta senza i
decreti attuativi. Il Governo è infatti delegato ad adottare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione del sistema fiscale, fissando anzitutto principi e criteri direttivi generali cui deve attenersi la stessa revisione.
Se il
via libera definitivo da parte del Senato dovesse arrivare dopo la pausa estiva, il grande numero di decreti attuativi potrebbe rallentare il suo percorso in autunno, tradizionalmente dedicato al confronto sulle misure della
manovra.
In tema di
catasto, dopo il passaggio alla Camera il Governo è delegato ad adottare norme finalizzate a modificare il sistema di
rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da porre a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate, atti a facilitare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili. La delega indica i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati (da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026). Queste informazioni non dovranno però essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei
tributi derivanti dalle risultanze catastali né, di conseguenza, per la determinazione di
agevolazioni e
benefici sociali.
Il testo approvato a Montecitorio indica anche i principi e i criteri direttivi per la revisione del sistema di
imposizione personale sui redditi. Rispetto al testo originario del disegno di legge, è stato eliminato il riferimento alla progressiva e tendenziale evoluzione del sistema verso un modello duale (un’aliquota proporzionale per i redditi da capitale e l’Irpef progressiva su quelli da lavoro). Di conseguenza sono confermate
flat tax (con scivolo di due anni per chi sfora i 65mila euro e rientra nel regime ordinario, e una quota del gettito destinata a Comuni e Regioni), cedolari secche e aliquote agevolate. E vengono armonizzate le tasse sul
risparmio, facendo rientrare plusvalenze e minusvalenze su titoli o dividendi nella stessa categoria fiscale dei redditi da capitale.
Il Governo è delegato ad attuare inoltre una revisione delle
addizionali comunali e
regionali all’Irpef, sostituendo le vigenti addizionali con altrettante sovraimposte (dunque applicabili al debito d’imposta e non, come nell’attuale sistema, alla base imponibile del tributo erariale), anche se sono stati concessi tanto alle regioni quanto ai comuni margini di manovrabilità, che sono definiti in modo da garantire agli enti nel loro complesso lo stesso incremento di gettito ora garantito dall’applicazione del livello massimo dell’addizionale Irpef. Il Governo è delegato anche a emanare uno o più decreti legislativi volti al graduale superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive (
Irap), garantendo in ogni caso il finanziamento del fabbisogno sanitario.
L’Esecutivo è infine delegato ad adottare norme finalizzate a introdurre alcune modifiche al sistema nazionale della
riscossione. È prevista la definizione di
nuovi obiettivi legati ai risultati, una revisione dell’attuale disciplina del sistema di remunerazione dell’Agente della riscossione, l’incremento dell’uso di tecnologie innovative e dell’interoperabilità dei sistemi informativi, il trasferimento delle funzioni e delle attività attualmente svolte dall’Agente nazionale della riscossione all’Agenzia delle entrate.