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Assemblea Confagricoltura, Giansanti: "È il momento di dare valore a questo settore"

Focus sulla situazione internazionale e le sfide che pone

Agroalimentare, Economia
Assemblea Confagricoltura, Giansanti: "È il momento di dare valore a questo settore"
(Teleborsa) - L'agricoltura e le sue imprese di fronte alle sfide della sicurezza alimentare e della sostenibilità. Le minacce della guerra e dei cambiamenti climatici. I temi dell'attualità che hanno posto l'agricoltura al centro dell'attenzione della politica e dell'economia mondiale, con le imprese chiamate ad affrontare nuove sfide, su più fronti, sono stati al centro dell'assemblea generale di Confagricoltura che si è svolta questa mattina a Villa Miani, a Roma alla presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e del vicedirettore della Fao Maurizio Martina, già ministro dell'Agricoltura e promotore di Milano Expo.

Se le vicende attuali confermano la necessità di dare vita a una politica alimentare coordinata e condivisa a livello globale, per garantire gli approvvigionamenti "la strada – avverte Confagricoltura – è in salita: il forte aumento dell'inflazione e dei costi di produzione, oltre all'inevitabile rialzo dei tassi di interesse, rischiano di innescare una fase recessiva, bloccando così la ripresa economica avviata lo scorso anno". In tale scenario l'assemblea è stata un momento importante per discutere sulle previsioni disponibili relative all'andamento dell'inflazione, a partire dai prezzi di gas naturale, petrolio e prodotti di base destinati all'alimentare. Quindi la PAC: le ultime – come evidenzia Confagricoltura – riforme rischiano di limitare la capacità competitiva delle imprese che producono per il mercato e, di conseguenza, il potenziale produttivo della UE, primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari. Infine i cambiamenti climatici, con una siccità che sta colpendo in modo pesante l'agricoltura, già alle prese con nuove ondate di epizoozie e fitopatie.

"In 40 anni di politiche comunitarie il settore agricole è passato da eccedenze ed ammassi alla carestia. La cecità con cui ci si confronta a Bruxelles è sotto gli occhi di tutti, mentre – ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, aprendo la 101esima assemblea della confederazione – il mondo chiede di produrre di più cibo di qualità a prezzi nella Ue si parla di ridurre la produzione agricola. Confagricoltura chiede che la Pac torni ad essere una politica economica e non una politica sociale. Gli ultimi 40 anni di politiche europee sono state un disastro: la politica delle eccedenze aveva una ratio negli anni Ottanta, ma poi non è stata fermata in tempo. Stiamo vivendo nel Metaverso dell'Europa mentre oggi fare agricoltura non conviene più se non alle aziende più strutturate. Negli ultimi dieci anni in Italia è esplosa l'occupazione in agricoltura, Expo ci ha dato luce, persino Covid ci ha dato luce perché ha evidenziato che è il primo comparto del Paese e c'è anche anche nelle emergenze. Ma è il momento di dare valore a questo settore".

Sul tema dell'acqua e della siccità "sono quasi stufo di un Paese che discute, parla e non fa. Credo – ha detto Patuanelli – sia arrivato il momento di mettere in campo e premiare la capacità di fare del governo, delle strutture centrali che hanno competenza. Non è vero però che non è stato fatto nulla. Se guardiamo solo alla parte agricola dal 2018 al Mipaaf abbiamo finanziato 1240 milioni di euro di interventi, sul Pnrr previsti 880 milioni di euro e entro settembre avremo l'elenco finale delle opere da finanziare". Per il ministro il tema è come concentrare la risorse per l'accesso al cibo e alla risorsa idrica. "Ci sono elementi – ha osservato Patuanelli – su cui intervenire in modo massiccio e rapido. Ci siamo trovati nel rapporto con enti irrigui per finanziare col Pnrr che ha tempi certi rispetto alle limitate risorse che abbiamo. Non è possibile a risorse invariate gestire emergenze e Pnrr". Patuanelli ha, inoltre, lamentato "un depauperamento della Pa che mette in difficoltà le pubbliche amministrazioni. In questo contesto – ha evidenziato il ministro – in ogni provvedimento normativo viene dato un compito in più a risorse invariate. Così non va ricominciamo a pensare alla Pa e al suo ruolo che va rafforzato. Si è parlato molto, ad esempio, del commissario straordinario, non sono contrario. Ma oltre a poteri straordinari e un quadro normativo chiaro, occorre valutare le risorse umane da fornire: con 50 persone vicine prese dalla Pa rischiamo di non risolvere nulla".

Sul modello europeo "attenzione a non buttare il bambino insieme all'acqua sporca. Con tutti i limiti registrati a Bruxelles – ha affermato Martina – è un modello tra i più forti al mondo. Tanto più adesso, quando vanno affrontati conflitti, cambiamenti climatici, e choc economici derivanti da altri choc come la pandemia, è importante avere un tale spazio economico, politico e sociale. Anzi, ad avercene. Se riuscissimo a implementare tecnologie e ricerca al servizio del comparto agricolo riusciremmo a produrre di più e meglio. In questa transizione servono politiche pubbliche che accompagnino la capacità di innovazione delle imprese".




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