(Teleborsa) - La Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB),
Lilia Cavallari, è intervenuta oggi in
audizione presso le Commissioni Bilancio della Camera e del Senato, riunite per l’esame della Relazione al Parlamento predisposta dal Governo ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243.
La Presidente dell’UPB, dopo aver ricordato le ragioni alla base delle presentazione della Relazione, ha condotto una
valutazione del quadro macroeconomico per il 2022 rispetto a quello pubblicato nel
Documento di economia e finanza (DEF) e, successivamente, ha preso in esame alcune indicazioni scaturite dal
monitoraggio delle entrate e delle spese in corso d’anno evidenziando i loro effetti sulle grandezze di finanza pubblica. La presidente UPB ha infine fornito elementi per valutare la coerenza degli eventi eccezionali esposti dal Governo nella Relazione con quelli previsti dall’ordinamento della UE, così come richiesto dalla legge n. 243.
Per l'UPB la conferma da parte del Governo della
previsione di
crescita macroeconomica appare ragionevole, con specifico riferimento all’anno 2022, su cui si concentra l’autorizzazione richiesta con la Relazione al Parlamento.
La presidente Cavallari ha evidenziato che dalla scorsa primavera l’
incertezza sulle prospettive dell’economia mondiale è decisamente aumentata. "Il conflitto tra
Russia e
Ucraina si protrae oltre le iniziali attese, provocando forti tensioni sui mercati delle
materie prime con ripercussioni sulle dinamiche dei prezzi. Le banche centrali rendono meno accomodanti le condizioni monetarie e aumenta la volatilità dei mercati valutari. La
politica zero COVID cinese, oltre a incidere sull’economia domestica, rallenta le catene globali degli approvvigionamenti. La
nuova ondata pandemica, sebbene con sintomatologia più leggera delle precedenti, rappresenta comunque un freno per l’economia. Questi elementi hanno indotto il Fondo monetario internazionale (FMI) a rivedere al ribasso le previsioni di crescita mondiale, per quest’anno al 3,2 per cento e per il prossimo al 2,9 per cento", si legge in una sintesi dell'intervento in Commissione Bilancio.
Quanto alla
spesa pubblica l'Ufficio parlamentare di bilancio ha sottolineato che quella
primaria corrente ha risentito negativamente degli aumenti contrattuali del comparto delle funzioni centrali dello Stato che si sono riflessi sui redditi da lavoro e delle uscite relativamente elevate per acquisti di beni e servizi da parte delle Amministrazioni locali e, positivamente, di prestazioni sociali inferiori alle attese. La spesa in
conto capitale potrebbe invece registrare una diminuzione più ampia di quella indicata nel DEF, che nelle previsioni tendenziali associa incrementi per gli investimenti pubblici e per i contributi agli investimenti a una notevole riduzione delle altre uscite in conto capitale.
La spesa per
interessi, al contrario, dati gli effetti sui titoli indicizzati all’
inflazione della crescita dei prezzi maggiore del previsto, risulterà più consistente di quanto atteso nel DEF.