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UBS peggiora previsioni Italia in vista elezioni: debito potrebbe arrivare al 160%

Economia, Macroeconomia, Spread
UBS peggiora previsioni Italia in vista elezioni: debito potrebbe arrivare al 160%
(Teleborsa) - Il debito pubblico italiano potrebbe crescere ancora nei prossimi cinque anni, arrivando al 153% del PIL nel 2027, a causa di un peggioramento dello scenario macroeconomico, anche senza recessione, e dell'aumento dei tassi di interesse capace di intaccare la sostenibilità del debito. E' quanto prevede la banca d'affari UBS che ha peggiorato le stime dei livelli di indebitamento per i prossimi cinque anni rispetto alla previsione attuale.

La banca d'affari svizzera vede lo Spread BTP-Bund salire sino a 250 punti, in vista delle elezioni del 25 settembre, che creano "incertezza sul futuro percorso di aggiustamento fiscale", e non esclude un aumento del debito al 160% del PIL (7 punti più dello sceario base) in caso di profonda recessione, ed al 166% del PIL centro i 2027, in caso emergesse un governo meno prudente dal punto di vista fiscale. Nello stesso tempo, si ritiene che la BCE potrebbe valutare l'aumento dello Spread come legato ai fondamentali e on dovuto alla speculazione e fermare qualsiasi acquisto di titoli italiani con effetti negativi sullo Spread.

Quanto alla crescita dell'economia, UBS prevede una crescita del PIL italiano pari al 2,6% nel 2022 ed all’1,1% nel 2023 rispetto ad un consensus pari a a +2,8% quest'anno e +1,3% il prossimo. Per l'anno in corso è prevista una stagnazione nel secondo semestre ed una crescita trimestrale dello 0,1%.

Previsioni più pessimistiche di quelle recentemente formulate dal FMI che indica una crescita dell'Italia del 3% quest'anno ed un significativo rallentamento a +0,7% il prossimo, con un "significativo rallentamento" rispetto allì1,7% precedentemente indicato a causa degli elevati prezzi dell'energia.

Anche le due agenzie di rating S&P e Moody's hanno peggiorato le previsioni sull'Italia. La prima ha rivisto al ribasso l'outlook sul rating, per i rischio di uno stop completo delle forniture di gas dalla Russia e per l'impatto che un rallentamento delle riforme avrebbe sull'economia e sui conti pubblici (il PIL al momento è stimato a +2,8% nel 2022 e a +1,9% nel 2023). Moody's invece ha leggermente ritoccato al ribasso il PIL a +2,2% quest'anno da +2,3% e +0,8% il prossimo da +1,7%.

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