(Teleborsa) - Dopo il forte calo registrato durante la pandemia,
torna a crescere il mercato italiano delle case vacanza, sia sul versante delle compravendite sia su quello degli affitti. La conferma viene dall
’Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico 2022 di Fimaa-Confcommercio, in collaborazione con Nomisma.
Si registra infatti un
aumento del 41,1% delle compravendite nelle località turistiche monitorate, che si confronta con il 7,1% del mercato totale. Particolarmente bene le località
marine (+43,4%), seguite da quelle
montane (+35%) e da quelle sui
laghi (+29,6%).
Per
Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, la crescita è stata "alimentata soprattutto dall’esigenza delle famiglie italiane di privilegiare dopo la pandemia
impieghi in grado di coniugare percezione di sicurezza e possibilità di godimento e gratificazione. Proprio quello che nell’immaginario collettivo rappresenta l’investimento immobiliare"
"Il mercato immobiliare delle case per vacanza gode di buona salute, nonostante gli effetti negativi della guerra in Ucraina e l’impennata dell’inflazione", commenta
Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, auspicando una migliore
regolamentazione delle locazioni brevi turistiche, evitando disparità di normative tra le varie Regioni.
Il
prezzo medio di acquisto si è attestato sui
2.550 euro al metro quadro commerciale, con un aumento medio del 3,2% annuo: la crescita si attesta tra +3,7% e +5% per le case in montagna e al lago e tra +2,2% e +2,8% per quelle in riva al mare.
Anche quest’anno in cima alla
classifica delle case più care c’è una località montana,
Madonna di Campiglio, con valori che raggiungono i 15mila euro al metro quadro, seguita da Forte dei Marmi e Capri con 14mila. Seguono, Cortina d'Ampezzo e Santa Margherita Ligure, con valori massimi superiori ai 13mila.
Per quanto concerne gli
affitti, si registra un
aumento del 4,8% medio su base annua grazie alla crescita dei flussi turistici. L’aumento è più forte nelle località marittime (+5,9% in media) con a ruota quelle lacuali (+5,3%), mentre i canoni medi delle località di montagna registrano un aumento molto più contenuto (+1,1%).