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Inflazione USA, Biden: "Segnali di moderazione, ma lavoro non è finito"

Finanza, Macroeconomia
Inflazione USA, Biden: "Segnali di moderazione, ma lavoro non è finito"
(Teleborsa) - L'inflaizone USA ha subito una battuta d'arresto a luglio, sendendo all'8,5% dal picco storico del 9,1% raggiunto a giugno. Una frenata da attribuire al calo dei prezzi delle materie prime, soprattutto quelle energetiche.

Per il Presidente americano Joe Biden ci sono segnali di "moderazione dell'inflazione", ma la guerra in Ucraina, i problemi dlele catene di approvviggionamento e le chiusure per la pandemia faranno emergere "ulteriorin venti contrari". La situazione sta migliorando ha assicuratoni leader USA, ribadendo "il nostro lavoro è tutt'altro che finito" ed occorre portare avanti l'idea di costruzione di uneconomia che premi il lavoro dal basso.

Sicuramente, i dati sull'ìnflazione, pur positivi, confermano un livello dei prezzi ai massimi degli ultimi cinquant'anni e non sembrano preannunciare una Fed colomba, ma solo una moderazione del ciclo di rialzo dei tassi: per settembre le attese sembrano ora convergere su un aumento di 50 punti base contro i 75 punti della volta scorsa.

"I dati sull’inflazione di luglio saranno più confortanti per la Fed, in particolare modo l’aumento dell’inflazione core inferiore alle attese", afferma Michael Metcalfe, Head of Macro Strategy di State Street Global Markets, sòpòiegando che la frenata è stata indotta dal "calo delle tariffe aeree, mentre l’andamento dell'inflazione legata agli immobili e alle cure mediche è ancora preoccupante".

Il collega Oliver Blackbourn, Multi-Asset Portfolio Manager di Janus Henderson, sottolinea che "ci si aspettava da tempo che si raggiungesse il picco durante l’estate, anche se si ritiene che "la Fed si concentrerà senza dubbio sui segnali relativi all'inflazione sottostante, in particolare a fronte di un mercato del lavoro molto rigido".

"I prezzi dell'energia e delle materie prime rimangono i driver chiave dell'inflazione", spiega Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments, aggiugendon che la frenata dell'0inflaizone "mentre riduce i timori di mosse troppo aggressive da parte della Fed, non rappresenta un punto di svolta per la politica monetaria", in quanto "ci vorrà del tempo prima che il raffreddamento dei prezzi delle case influisca" sull'inflazione.

Federico Vetrella, Market Strategist di IG Italia, ricorda che "Jerome Powell, ha dichiarato nelle scorse settimane che la banca centrale dovrà vedere 'un significativo calo dell’inflazione' prima di poter agire sui tassi abbassandoli", qundi "è ancora troppo presto per affermare che le pressioni inflazionistiche hanno iniziato una vera tendenza discendente".


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