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Stipendi, in 30 anni in Italia solo lo 0,3% di aumento. Anief: docenti e Ata tra i più impoveriti

Economia, Scuola
Stipendi, in 30 anni in Italia solo lo 0,3% di aumento. Anief: docenti e Ata tra i più impoveriti
(Teleborsa) - Gli stipendi in Italia sono praticamente fermi a trent’anni fa: da un’analisi dei dati Ocse prodotta oggi dal Il Fatto Quotidiano risulta che tra il 1990 e oggi nel nostro Paese l’aumento medio delle buste paga è stato di appena lo 0,3%: “29.694 euro contro i 29.588 del 1991”. "In questi giorni, i partiti politici italiani, evidentemente consci di questo, si stanno azzuffando per promettere incrementi stipendiali mirabolanti, ad iniziare da quelli del personale scolastico: sono a piena conoscenza del fatto che docenti e Ata, con il contratto scaduto da quasi quattro anni, vengono pagati a fine mese meno degli impiegati italiani e la metà di tanti colleghi europei", ha denunciato in una nota di Anief.

L'associazione ha citato anche la proposta degli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti lunedì su Repubblica che indica "di non fermarsi ai meri finanziamenti dello Stato, chiedendo che a pagare di più siano i datori di lavoro, grazie al salario minimo salariale legale e approvando una nuova legge sulla rappresentanza dei lavoratori che velocizzi il rinnovo di contratti scaduti da anni".

Anief ritiene questa seconda parte della proposta particolarmente interessante: “Bisogna recuperare subito almeno una parte dell'inflazione accumulata nel corso degli ultimi anni, ben il 14% tra il 2008 e il 20018 – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – andando a sottoscrivere in fretta il contratto collettivo nazionale del pubblico impiego degli anni 2019, 2020 e 2021. Diamo al personale della scuola, oltre un milione e 100mila lavoratori i soldi che sono già loro: parliamo di cifre che vanno da 103 lordi fino a 123 euro per i docenti, da 88 euro fino a 97 per gli Ata. E anche tra i 2mila e i 3mila euro di arretrati. Subito dopo, è chiaro che occorrerà cambiare registro, cambiando la normativa che danneggia i lavoratori tra un contratto e l’altro, per poi portare risorse fresche, ingenti, con le nuove leggi di Bilancio, a cominciare dal quella del 2023”.

“Impoverire sempre più chi lavora per lo Stato è uno degli errori più gravi che chi governerà nei prossimi cinque anni non dovrà commettere. Per questo motivo – conclude Pacifico – abbiamo deciso di dare voce a tutti i partiti politici impegnati nella campagna elettorale che porterà alle urne il prossimo 25 settembre: si inizia lunedì 5 settembre, con 12 politici candidati a confronto sui temi dell’Istruzione e sul manifesto Anief creato proprio per risolvere i problemi della scuola nel corso della prossima legislatura”.



(Foto: Alexas_Fotos /Pixabay)
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