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Employment Outlook, Ocse: "In Italia salari reali scendono del 3%. Record posti vacanti"

Secondo le proiezioni dell'organismo internazionale, "l'inflazione rimarrà ben al di sopra della crescita salariale negoziata per il 2022"

Economia
Employment Outlook, Ocse: "In Italia salari reali scendono del 3%. Record posti vacanti"
(Teleborsa) - Si profila un netto calo dei salari reali in Italia che segnano un meno 3% sull'insieme di quest'anno mentre il tasso di posti di lavoro vacanti ha raggiunto livelli record nella seconda metà del 2021, per stabilizzarsi intorno a 1,9% nel primo trimestre 2022. L'aumento del tasso è stato particolarmente forte nei servizi di alloggio e di ristorazione, dove ha raggiunto il 3% all'inizio del 2022. È quanto emerge
Employment Outlook dell'Ocse pubblicato oggi che nel capitolo sull'Italia rileva come nonostante l'aumento della tensione nel mercato del lavoro, "la crescita salariale nominale rimane debole in Italia".

Nel secondo trimestre 2022, la crescita annua dei salari orari negoziati in Italia è rimasta intorno all'1%, mentre l'inflazione ha raggiunto il 6.9% (contro una media Ocse del 9.7%). Secondo le proiezioni dell'Ocse, i salari reali scenderanno del 3% in Italia nel corso del 2022, contro una media Ocse del 2,3%. Il problema dei salari reali è generalizzato con l'alta inflazione. I posti vacanti sono cresciuti a livelli record nell'area Ocse e il numero di imprese che riportano difficoltà a reperire manodopera è cresciuto in molti paesi e settori. Nonostante ciò, la crescita dei salari nominali rimane ben al di sotto dell'inflazione elevata spinta dalla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Secondo le proiezioni dell'organizzazione, l'inflazione rimarrà ben al di sopra della crescita salariale negoziata per il 2022 continuando ad erodere i salari reali nel corso dell'anno.

L'impatto sul mercato del lavoro della della crisi provocata da lockdown e misure restrittive prese a motivo del Covid nel nostro Paese "è stato attenuato dall'uso massiccio della Cassa Integrazione. Nonostante l'enorme calo delle ore lavorate, il tasso di disoccupazione massimo del secondo trimestre 2020 era solo 0.5 punti percentuali al di sopra del 9.7% del dicembre 2019. Il mercato del lavoro – si legge nel report – ha continuato a migliorare nei primi mesi del 2022 portando il tasso di disoccupazione al 7.9% a luglio, che tuttavia resta ben al di sopra della media Ocse del 4.9%.

A giugno 2022 il tasso d'occupazione era al 60,1%, 1,1 punti percentuali al di sotto del livello del dicembre 2019. L'aumento del tasso di occupazione è stato maggiore per gli uomini (cresciuto di 1,2 punti percentuali fino al 69,1%) che per le donne (+0.9 punti percentuali per arrivare a 51%). In generale l'occupazione nell'Ocse è tornata a livelli pre-crisi alla fine del 2021 ed ha continuato a crescere nei primi mesi del 2022. Il tasso di disoccupazione è sceso dal picco dell'8.8% dell'aprile 2020 fino al 4.9% di luglio 2022, poco sotto il 5.3% di dicembre 2019. Tuttavia, – conclude l'Ocse – il recupero del mercato del lavoro è stato disomogeneo tra paesi e settori e minacciato dalle ricadute della guerra russo ucraina.


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