(Teleborsa) - A neanche due mesi dal via è già
flop per il Registro pubblico delle opposizioni (RPO), che si proponeva come un rimedio contro il marketing selvaggio, ma è finito
nel mirino del Garante dalla privacy, dell'Antitrust e della Procura di Roma a seguito delle denunce presentate dalle associazioni dei consumatori.
I registro in questione era
partito alla fine di luglio, sotto l'egida del MISE, per
bloccare le telefonate ripetute e moleste per la vendita di beni e servizi tramite telefono. Al Registro in questione, alla fine, erano stati inclusi anche i numeri di telefonia mobile, mettendo definitivamente a tacere le turbative ala privacy. Il Ministro Giorgetti in persona,
dopo alcuni giorni, aveva annunciato che il Registro già
contava 1,2 milioni di iscritti.
Il problema è che il
sistema non funziona, da ultimo il
Codacons ha presentato un esposto, a seguito delle numerose segnalazioni di persone che continuano a ricevere telefonate commerciali da parte di call center e operatori specializzati, pur essendosi iscritte al Registro.
Secondo il Codacons almeno il 55% degli iscritti al Registro, dunque
1 persona su 2, riceve ancora da chiamate da operatori commerciali. Quelli che chiamano più di frequente sono operatori di
luce e gas (40%) e
telefonia (32%). Sempre più
numerose le chiamate registrate, che provengono da sistemi automatizzati, attraverso numeri fittizi creati da appositi software, e le chiamate provenienti da call center esteri, specie il Regno Unito.
Anche
Unione Nazionale Consumatori a inizio settembre aveva presentato un esposto rilevando che, al
primo posto delle lamentele del consumatori, c'erano telefonate di compagnie
telefoniche (30%), seguite da operatori di
luce e gas (30%) e poi il
trading online (25%).