Facebook Pixel
Milano 13:22
34.392,66 +0,08%
Nasdaq 23-apr
17.471,47 0,00%
Dow Jones 23-apr
38.503,69 +0,69%
Londra 13:22
8.083,37 +0,48%
Francoforte 13:22
18.184,86 +0,26%

Telemarketing selvaggio: flop Registro opposizioni a due mesi dal debutto

Economia
Telemarketing selvaggio: flop Registro opposizioni a due mesi dal debutto
(Teleborsa) - A neanche due mesi dal via è già flop per il Registro pubblico delle opposizioni (RPO), che si proponeva come un rimedio contro il marketing selvaggio, ma è finito nel mirino del Garante dalla privacy, dell'Antitrust e della Procura di Roma a seguito delle denunce presentate dalle associazioni dei consumatori.

I registro in questione era partito alla fine di luglio, sotto l'egida del MISE, per bloccare le telefonate ripetute e moleste per la vendita di beni e servizi tramite telefono. Al Registro in questione, alla fine, erano stati inclusi anche i numeri di telefonia mobile, mettendo definitivamente a tacere le turbative ala privacy. Il Ministro Giorgetti in persona, dopo alcuni giorni, aveva annunciato che il Registro già contava 1,2 milioni di iscritti.

Il problema è che il sistema non funziona, da ultimo il Codacons ha presentato un esposto, a seguito delle numerose segnalazioni di persone che continuano a ricevere telefonate commerciali da parte di call center e operatori specializzati, pur essendosi iscritte al Registro.

Secondo il Codacons almeno il 55% degli iscritti al Registro, dunque 1 persona su 2, riceve ancora da chiamate da operatori commerciali. Quelli che chiamano più di frequente sono operatori di luce e gas (40%) e telefonia (32%). Sempre più numerose le chiamate registrate, che provengono da sistemi automatizzati, attraverso numeri fittizi creati da appositi software, e le chiamate provenienti da call center esteri, specie il Regno Unito.

Anche Unione Nazionale Consumatori a inizio settembre aveva presentato un esposto rilevando che, al primo posto delle lamentele del consumatori, c'erano telefonate di compagnie telefoniche (30%), seguite da operatori di luce e gas (30%) e poi il trading online (25%).

Condividi
```