(Teleborsa) -
Per una famiglia prendere un appartamento in
affitto in una città capoluogo di provincia
costa in media 538 euro a livello nazionale (6.450 euro annui), con una
incidenza del 19,9% sul budget familiare. E' quanto rileva uno studio del sindacato UIL - Servizio Lavoro, Coesione e Territorio - secondo cui sono 5,2 milioni le famiglie che vivono in affitto, pari al 20,5% del totale, che diventa il 47,8% di quelle di nuova costituzione ed il 39,9% delle giovani coppie senza figli.
Il calcolo è stato effettuato sviluppando i costi medi per un appartamento di 100 mq, accatastato come abitazione civile (A/2), ed economica (A/3), ubicato in ona semi centrale delle Città capoluogo di provincia, elaborando i valori medi delle locazioni dell’Agenzia delle Entrate. L’incidenza del costo del canone di affitto è stata calcolata sul budget familiare che emerge dal rapporto di Bankitalia.
I
canoni di locazione variano da città a città e per ubicazione geografica: il più caro è
1.415 euro al mese a Roma ed il più basso
218 euro al mese a Caltanissetta. Ma la
maglia nera va alla
Toscana, in quanto sul podio delle prime 10 città con i canoni di locazione più alti spiccano ben 4 capoluoghi ubicati in questa regione (Firenze, Pisa, Prato e Carrara).
Guardando all'incidenza della spesa, a Roma il canone di affitto incide per il 52,4% sul budget familiare, a Milano per il 50,3% (1.358 euro mensili), a Bologna per il 34,3% (925 euro mensili), a Firenze per il 33,7% (910 euro mensili), a Como per il 31% (838 euro mensili).
Le case affittate senza ricorrere alla cedolare secca sono anche esposte alla
rivalutazione del costo della vita, quindi con un'inflazione che ha raggiunto l’8,1% ad agosto, su un affitto medio di 538 euro mensili si prospetta un
aumento di 32,70 euro mensili (392 euro annui).
"È chiaro che si pone nel nostro Paese il tema dei costi dell’abitare e non solo per il lievitare delle bollette, ma anche in riferimento al caro affitti", sottolinea Ivana Veronese, Segretaria Confederale UIL, individuando l'urgenza di adeguare i salari e le pensioni al costo reale della vita.