(Teleborsa) - Secondo i dati settimanali del
ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), appena pubblicati, il prezzo della
benzina in modalità self service sale a 1,710 euro al litro, il
gasolio scende a 1,852 euro al litro.
"Prime avvisaglie di aumenti, con la benzina che sfonda quota 1,7 euro. Per fortuna il taglio della produzione di 2 milioni di barili di petrolio al giorno dei Paesi Opec+ scattato dal 1° novembre non ha ancora prodotto tutti i suoi effetti nefasti sui prezzi alla pompa, anche se è solo una questione di tempo" afferma
Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Da quando è iniziata la guerra, nonostante l’intervento del Governo, pari a 30,5 cent, un litro di benzina costa ora appena 14 cent in meno, con una flessione del 7,6%, pari a un risparmio di 7 euro per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio, nonostante il calo di questa settimana, resta addirittura a livelli superiori a quelli pre-conflitto del 21 febbraio 2022, +13 cent al litro, +7,6%, pari a 6 euro e 51 cent a rifornimento" prosegue Dona.
"Rispetto all'inizio dell'anno, la benzina è scesa di un tenue 0,6%, pari a meno di 50 cent per un pieno, il gasolio invece è persino maggiore del 16,9%, oltre 26 cent al litro, 13 euro e 36 cent a
rifornimento" aggiunge Dona. "Dopo la proroga del taglio delle
accise fino a fine anno, unico stanziamento a favore dei consumatori contenuto nel Dl quater, il Governo dovrebbe finalmente intervenire contro le speculazioni in atto, dimostrate dall'andamento diametralmente opposto tra benzina (+7,6%) e gasolio (-7,6%), dando uno strumento a Procure e Antitrust per poterle bloccare" conclude Dona.
“Oggi il prezzo del gasolio ha ampiamente superato alla
pompa quello della benzina, con un differenziale di oltre 14 centesimi al litro – spiega il presidente
Carlo Rienzi – Questo accade perché il diesel viene utilizzato in molteplici
attività economiche e industriali, settori che in questo periodo dell’anno fanno registrare un aumento dei consumi di gasolio, a fronte di un progressivo taglio alle importazioni di petrolio e prodotti raffinati dalla Russia come conseguenza della guerra in Ucraina”.