(Teleborsa) - "A gennaio non si tornerà pienamente alla legge Fornero.
Avremo una Quota 41 con 61 o 62 anni per il solo 2023, come misura ponte verso la
riforma organica che faremo il prossimo anno. Spenderemo meno di
1 miliardo per agevolare 40-50 mila lavoratori. Pensavamo anche a un bonus per chi resta a lavorare, ma la
prudenza di bilancio ci induce a rinunciare". Così in una intervista a la Repubblica
Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro.
"In manovra - precisa -
metteremo una formula che evita lo
scalone di gennaio per un gruppo di lavoratori. Quota 41 ci sarà e questo è importante: la stiamo studiando nei dettagli con la ministra del Lavoro".
Ape Sociale e Opzione Donna saranno "prorogate per un altro anno perché siamo in una fase transitoria. E perché poi arriverà la nostra riforma delle pensioni: lì ristruttureremo tutto quello che c'è", prosegue Durigon, spiegando che sul taglio del
cuneo fiscale "vogliamo arrivare a cinque punti in meno nel quinquennio. Per ora ragioniamo sui due punti. Ma non abbiamo deciso se fermarci ai
35 mila euro di reddito dei lavoratori, come ha fatto Draghi, o andare più su. E valutiamo
se dare una parte del risparmio, nella misura di un terzo, anche alle imprese. Dipende dalle risorse a disposizione e dall'impatto sui lavoratori: n
on deve essere irrisorio. La priorità restano in ogni caso le bollette".Sul
Reddito di Cittadinanza: "La proposta della Lega è quella di rivedere il meccanismo del reddito di cittadinanza, che non può essere una misura a vita", ha detto Durigon a "Restart".
"Il reddito ha fallito, è mancata la formazione e il mettere in contatto la domanda con l'offerta - ha aggiunto - non lo aboliremo dal primo gennaio ovviamente, sarà oggetto di una graduale revisione.
Ci stiamo confrontando con Mef e ministero".