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Multinazionali estere, nel 2020 pandemia affonda fatturato

La fotografia scattata dall'ISTAT

Economia
Multinazionali estere, nel 2020 pandemia affonda fatturato
(Teleborsa) - Nel 2020, durante la pandemia, le multinazionali estere in Italia e le controllate all’estero di gruppi italiani evidenziano una forte perdita in termini di fatturato e valore aggiunto. E' quanto emerge dal Report Istat Struttura e competitività delle imprese multinazionali-anno 2020. Le multinazionali estere, provenienti da 107 paesi, sono attive in Italia con 15.631 controllate e 1,5 milioni di addetti. Rispetto al 2019 il fatturato cala di oltre 76 miliardi (-12,2%) e il valore aggiunto di oltre 12 miliardi (-9,3%).



Le perdite - si legge - sono consistenti e diffuse in quasi tutti i settori di attività economica. Valori elevati si riscontrano nella manifattura, in particolare nelle industrie tessili (-38,1% di fatturato e -45,8% di valore aggiunto), nella fabbricazione di mobili (-20,3% e -6,6%), nelle altre industrie manifatturiere (- 19,2% e -14,3%), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione di articoli in pelle e simili (-13,3% e -22,2%), nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-10,3% e -15,3%). Nei servizi risultano particolarmente colpiti i settori dell’alloggio e della ristorazione (-50,9% di fatturato e - 63,4% di valore aggiunto) e il trasporto e magazzinaggio (-22,7% e -37,8%).

Le multinazionali italiane sono presenti in 175 paesi con 24.103 controllate (-2,7% rispetto al 2019), occupano quasi 1,7 milioni di addetti (-3,9%) e fatturano oltre 499 miliardi (-11,9%). Le perdite - dovute principalmente al periodo pandemico ma anche ad acquisizioni da parte di multinazionali estere - sono rilevanti nella fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-57,9% di fatturato), nella fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturie (-37%) e nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-20,2%). Nei servizi, come per le multinazionali estere, risultano in deciso calo le attività di alberghi e ristoranti: il fatturato perde il 56,6%, l’occupazione il 43,4%.

Il report rileva che le multinazionali estere che operano in Italia sono residenti soprattutto nell’Unione europea: sul totale delle imprese a controllo estero coprono una quota del 52,4% (-13,2% rispetto al 2019), impiegano il 54,0% degli addetti (-8,7%) e realizzano il 50,6% del fatturato (-8,4%). A seguito della Brexit le quote dell’Ue risultano in calo rispetto al 2019 mentre aumentano quelle dell’area degli altri paesi europei (23,1% delle imprese, 16,9% degli addetti e 15,1% del fatturato). Segue il Nord America con il 15,4% delle affiliate estere, il 21,5% degli addetti e il 21,0% del fatturato. Le multinazionali asiatiche, seppure presenti in numero inferiore (7,1% delle controllate estere), contribuiscono con il 6,8% degli addetti e il 12% del fatturato a controllo estero.

Il 46,7% dei principali gruppi multinazionali italiani attivi nell’industria (-5,8% rispetto al biennio precedente) e il 40,6% di quelli dei servizi (+3,5%) hanno realizzato o progettato per il 2021-2022 (biennio preso in considerazione dalla Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale) un nuovo investimento di controllo all’estero. Più limitata, ma in crescita, è invece la propensione all’investimento estero dei gruppi multinazionali di medio-grande dimensione, con quote pari a 20,6% nell’industria (+4,1%) e 21,2% nei servizi (+0,9%), e dei gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 10,5% nell’industria (+1,4%) e del 7,6% nei servizi (+1,4%).

Dal report emerge anche che le imprese a controllo estero sono più produttive di quelle a controllo nazionale.

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