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Mercato immobiliare, Nomisma: peggiorano le prospettive, ma il ridimensionamento è rimandato al 2023

Economia
Mercato immobiliare, Nomisma: peggiorano le prospettive, ma il ridimensionamento è rimandato al 2023
(Teleborsa) - "Sul mercato immobiliare le evidenze numeriche non restituiscono ancora ciò che sembra prospettarsi per il mercato immobiliare nel breve periodo, vale a dire la chiusura della fase di crescita post pandemica e l’avvio di una nuova fase di arretramento conseguente all’impennata dei prezzi” - è quanto si legge nell’edizione di Novembre dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma, giunto al 35° anno di attività. Inoltre, “la sfida è ora quella di contenere l’arretramento nella fase avversa del ciclo economico, per poi riprendere il cammino interrotto della crescita non appena il quadro si sarà fatto meno fosco”.

Sul piano delle compravendite di abitazioni, nel primo semestre del 2022 in Italia si è registrato un aumento tendenziale del 10,1%, leggermente inferiore al +11% rilevato in corrispondenza degli immobili per l’impresa. Il preconsuntivo elaborato da Nomisma, relativamente al solo segmento abitativo, evidenzia un calo delle transazioni nel secondo semestre rispetto al primo pari all’8,9%, riconducibile perlopiù alla performance del quarto trimestre dell’anno.

È bene tener presente come a consuntivo del primo semestre 2022, le dimensioni del mercato residenziale eccedessero quelle raggiunte nel pre-Covid, con un incremento rispetto al primo semestre del 2019 del 34,2% a livello nazionale e del 22% per l’insieme dei 13 maggiori mercati monitorati. Nel segmento degli immobili di impresa di piccole dimensioni Nomisma evidenzia che, dopo il trend limitatamente espansivo prodottosi grazie alla prospettiva di un possibile ritorno a fatturati pre-Covid, si è assistito ad un’attenuazione della crescita, sia in termini di contratti che di valori. Nel primo semestre 2022 – rispetto al primo semestre 2019 -anche in questo settore si erano registrati aumenti a due cifre delle compravendite.

Sempre con riferimento al primo semestre 2022, la distribuzione delle compravendite tra capoluogo e comuni periferici registra un repentino ritorno di interesse della domanda abitativa per le realtà maggiori. Le difficoltà di ottenimento del credito riducono l’accessibilità al mercato della proprietà, con l’allargamento della forbice tra l’ampia fetta di domanda che necessita di un sostegno all’acquisto e quanti, appartenenti alla fascia alta in termini di disponibilità, possono procedere grazie ad una semplice valutazione di opportunità.

Il mercato delle compravendite di immobili residenziali vede protagoniste le persone fisiche, con un peso del 96% sul totale degli acquisti, di cui il 50-60% risulta sostenuto dal ricorso al mutuo, per importi che si aggirano in medita tra i 130-140.000 euro. Rispetto all’utilizzo dell’abitazione acquistata, Nomisma evidenzia come nel 70-80% dei casi si tratti di un’esigenza di prima casa o di sostituzione dell’abitazione di proprietà.

Nel 2021, l’incidenza degli immobili di nuova costruzione acquistati si è attestata all’8,3% del totale. Nel primo semestre 2022 la percentuale è salita al 9,2%. In termini numerici, si è passati dalle 29.700 compravendite di abitazioni nuove del primo semestre 2021, alle 37.400 dei primi sei mesi dell’anno in corso. Un trend che si conferma in crescita e che per Nomisma potrebbe consolidarsi, come si può intuire dal numero di permessi rilasciati per nuove abitazioni (+8% rispetto ai livelli pre-Covid).

Sul mercato dell’acquisto, Nomisma individua in Milano e Padova per il Nord Italia e in Napoli e Bari per il Sud i mercati che anticipano le tendenze al rallentamento. Nei mercati citati del Nord sono la minore intensità della domanda e delle compravendite a segnalare l’inversione, mentre in quelli del Sud il fattore che denota il raffreddamento è la minore intensità della domanda, in parte già riflessasi sui prezzi.

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