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Imprese e danno ambientale, il Made in Italy vola a Bruxelles

Presentata alla Commissione europea la certificazione in grado di ridurre del 73% i casi di danno ambientale provocati dalle imprese. Lisa Casali, manager di Pool Ambiente: “La prevenzione e il risanamento dei danni provocati sul nostro ecosistema devono diventare i pilastri di ogni moderna politica ambientale"

Ambiente, Economia
Imprese e danno ambientale, il Made in Italy vola a Bruxelles
(Teleborsa) - Tra le imprese europee, ad eccezione di quelle tedesche, si registra la drammatica mancanza di una vera cultura della prevenzione del danno ambientale: sono infatti solo l’1,7% le aziende del Vecchio Continente che hanno stipulato una polizza sul rischio ambientale.

Dall’Italia è partito un processo di alfabetizzazione sul tema del danno ambientale per le organizzazioni che è arrivato fino a Bruxelles, sul tavolo della Commissione Europea. Davanti ai 27 ministri dell’ambiente UE, è stata presentata in anteprima "Ambiente Protetto" - PdR UNI 107:2021, l’innovativa certificazione sulla responsabilità ambientale delle aziende, implementata e sviluppata dal consorzio Pool Ambiente in collaborazione con l’UNI – Ente Italiano di Normazione.

Uno strumento che ha, tra gli obiettivi principali, quello di ridurre drasticamente (-73%), portandoli quasi a zero, il numero di casi di danno ambientale, spingendo le aziende, di ogni settore e dimensione, ad attuare misure di prevenzione e protezione che abbiano il miglior rapporto costi-benefici ed incoraggiandole a dotarsi di assicurazioni per la copertura contro i rischi ambientali per poterli così gestire in maniera più efficace.

"La prevenzione e il risanamento dei danni provocati sul nostro ecosistema devono diventare i pilastri di ogni moderna politica ambientale", ha spiegato Lisa Casali, manager di Pool Ambiente, nel suo intervento alla Commissione Europea davanti ai 27 ministri dell’ambiente UE.
Lisa Casali, manager di Pool Ambiente
Dall’Italia la certificazione è arrivata a Bruxelles, sede della Commissione Europea, dove è stata presentata in anteprima da Lisa Casali, nel corso di una sessione dei lavori del 27th Environmental Liability Directive Government Experts Group (ELD GEG) Meeting davanti a una platea composta da tutti i principali ministri del Consiglio Ambiente, l’organismo che riunisce i ministri per l'ambiente dei 27 paesi europei.

Cosa prevede la certificazione sulla responsabilità ambientale delle aziende?
La Certificazione “Ambiente Protetto” (UNI/PdR 107:2021) è un innovativo strumento a disposizione delle imprese. Gli obiettivi di questa nuova prassi - spiega Lisa Casali ai microfoni di Teleborsa - sono quelli di: fornire alle imprese uno strumento pratico per rafforzare il loro impegno nella prevenzione dei danni all’ambiente e quello alla riparazione in caso di evento di danno; ridurre drasticamente il numero di casi di danno all’ambiente; permettere alle imprese di avere un migliore rating ESG e avere un ritorno di immagine e positive reputation dalle attività di risk management ambientale.

La nuova Prassi può essere implementata da imprese di qualunque settore e dimensione. Può essere scaricata gratuitamente dal sito di UNI: UNI/PdR 107:2021 - UNI Ente Italiano di Normazione.

Per certificarsi - continua Casali - l’impresa deve implementare i requisiti generali previsti dalla prassi e quelli tecnici che riguardano i potenziali scenari di danno all’ambiente che interessano l’azienda (es. incendio, perdita da serbatoi, perdita da aree di deposito, malfunzionamento al depuratore). Una volta implementati i requisiti minimi obbligatori l’impresa può sottoporsi all’audit di un organismo di certificazione per ottenere l’attestato di certificazione e il marchio UNI. Tra i requisiti generali vi è anche quello di aver sottoscritto una copertura assicurativa completa per i danni all’ambiente.

Danno ambientale: quando è possibile individuare la responsabilità delle imprese?
Casali ricorda che la normativa italiana, in particolare la Parte IV, Titolo V del D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico dell’Ambiente) prevede che sia sufficiente un nesso di causa-effetto perché l’azienda sia tenuta a farsi carico degli interventi di bonifica e dei relativi costi. La parte sesta dello stesso Decreto - spiega la manager di Pool Ambiente - prevede una responsabilità oggettiva per tutte le imprese contenute nell’allegato V. Tale allegato è un lungo elenco che contempla gran parte delle attività produttive. Solo per le attività che non rientrano in tale allegato è invece necessario dimostrare il dolo o la colpa dell’operatore rispetto alla causazione dell’evento. Tutte le aziende, anche quelle che non trattano sostanze pericolose, possono rendersi responsabili di un danno ambientale ed è sufficiente il nesso di causa-effetto tra il danno e l’attività svolta dall’operatore perché questo sia tenuto a procedere con la messa in sicurezza d’emergenza ed eventuali ulteriori interventi.

Lo scenario dell’incendio, ad esempio, è comune a tutte le attività. Un incendio determina di frequente danni all’ambiente dovuti a: produzione di fumi che possono impattare sulle persone, sui beni ma anche sulle risorse naturali; spargimento di acque di spegnimento che possono contaminare terreni, fiumi, falde acquifere; Erroneamente molti pensano che l’azienda non sia tenuta a provvedere a risanare eventuali danni all’ambiente a seguito di un incendio, nella realtà questo capita più di frequente di quanto non si pensi, solo che se ne parla poco. Sottovalutare questi rischi e non avere una copertura assicurativa per questa tipologia di danni può avere gravi effetti sull’impresa, già messa in seria difficoltà dall’incendio.

In cosa consiste la polizza assicurativa per la copertura contro i rischi ambientali?
L’offerta di coperture assicurative per danni all’ambiente nel nostro Paese è particolarmente elevata. Sono infatti circa 20 le compagnie assicurative che propongo polizze per danni all’ambiente. Questo fa sì che ci sia un mercato ad elevata competitività dove i premi di polizza sono particolarmente contenuti.

Casali spiega che esistono diversi testi di polizza nel nostro Paese e le garanzie principali sono: ripristino del danno ambientale e di tutti gli obblighi previsti dal Testo Unico dell’ambiente in caso di evento di danno; risarcimento dei terzi danneggiati in caso di evento di danno all’ambiente.

Vi sono poi polizze che vanno oltre le garanzie assicurative, come quelle offerte dalle compagnie che aderiscono al Pool Ambiente, che offrono anche servizi a titolo gratuito volti a supportare l’impresa a: migliorare la gestione dei rischi ambientali e la prevenzione dei danni all’ambiente, attraverso la consulenza gratuita di tecnici ambientali; fornire una pronta risposta in caso di emergenza, attraverso accordi quadro con società di Pronto Intervento selezionate per esperienza e professionalità; migliore gestione del procedimento di bonifica o per danno ambientale, mettendo a disposizione dell’azienda i migliori consulenti e professionisti del settore.

Quali risposte da Bruxelles o quando arriveranno?
Quella che abbiamo avuto è stata soprattutto un’opportunità per raccontare un progetto nato in Italia, ma che è di indubbio interesse anche a livello europeo. La Commissione europea e i vari ministri dell’Ambiente europei presenti si sono mostrati molto interessati alle nostre proposte. Non ci aspettiamo quindi una risposta ufficiale ma sicuramente speriamo che quanto detto possa ispirare delle iniziative a livello europeo per incentivare un maggiore ricorso alle polizze ambientali da parte delle imprese, così come un maggiore impegno delle stesse alla prevenzione dei danni all’ambiente, ad esempio adottando la Certificazione Ambiente Protetto, conclude Casali.
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